Trieste stasera a Brescia con la voglia di sorprendere DIRETTA TWITTER
TRIESTE. Quando ci si avviava alla parte finale di gara-1 Justin Brownlee, il primo giustiziere di Trieste, si è toccato una coscia con una smorfia di dolore e da quel momento non è stato rischiato più dal suo coach Andrea Diana. La notizia più importante per i biancorossi, pensando alla seconda partita della serie dei quarti di finale contro la Centrale del Latte, in programma stasera alle 20.45 di nuovo a Brescia, è proprio questa. Se Brownlee ci sarà, potrebbe non essere al meglio e magari gli sarà impossibile ripetere la prova-monstre contro Holloway e compagnia.
Senza di lui, il problema della limitazione dei lunghi bresciani, domenica sera senza soluzione, per i biancorossi potrebbe diventare meno ostico. Del resto lo stesso Eugenio Dalmasson, nella conferenza stampa di fine partita, due giorni fa ragionando su quello che potrebbe essere il match di stasera lo aveva detto chiaro: «Noi dovremo avere un atteggiamento in campo più convinto e deciso, ma perchè si possa provare a vincere bisogna anche che qualche giocatore bresciano si tenga al di sotto della qualità espressa nella prima sfida».
Un’ipotesi, quella di Brownlee a scartamento ridotto, che preoccupa anche lo stesso Diana: «Mi aspetto che Trieste giochi con maggior intensità rispetto a domenica e che ci metta ancora di più le mani addosso. Dovremo essere quindi molto più attenti, migliorando la circolazione di palla ed evitando di perderla troppe volte». Ma anche lui sa bene che con Fernandez e Brownlee non al meglio e con Nelson ancora più indietro, neanche la sua squadra ha più troppo margine: se Trieste riuscirà ancora ad aggredire allo stesso modo gli esterni biancoblù, Cittadini e Benevelli da soli potrebbero non bastare, per quanto fortissimi. Anche considerando che la squadra di Dalmasson non molla mai e alla distanza questo fattore potrebbe creare qualche problema di tenuta a Brescia.
La quale già domenica, nell’ultimo quarto, ha avuto qualche problema a tenere il ritmo biancorosso, per quanto arrivasse da due settimane di pausa. «Trieste merita solo complimenti - riconosce Diana - ogni anno sulla carta sembra più debole dell’anno precedente e poi invece sul campo si dimostra invece più forte. È che tutti i giocatori ci mettono l’anima». Proprio questa tenacia teme maggiormente il coach dei lombardi.
E dunque, che partita si giocherà oggi? «Nei play-off ogni partita fa storia a sè - ribadisce coach Dalmasson - dovremo innanzitutto avere un approccio diverso e a questa base fare seguire poi altri miglioramenti nella condotta di gara». Ieri, al riguardo, il coach ha analizzato con la squadra prima di pranzo il video di gara-1 nell’albergo bresciano sede del ritiro, visto che i giocatori hanno avuto una mattinata libera. Si sono allenati soltanto nel pomeriggio direttamente al palasport di gara, al centro sportivo San Filippo. Certo è che però i miglioramenti, oltre che nell’approccio, dovranno arrivare anche nel rendimento dei singoli, un po’ come è successo nella rivincita e nella bella contro Ferrara, la scorsa settimana. E questo è al momento un punto interrogativo.
Perchè, anche se al coach questo argomento fa venire l’orticaria, dopo 5 partite in 14 giorni qualche giocatore ci sembra in un momento di impasse soprattutto mentale. Pensiamo a Stefano Tonut, ad esempio, come lui stesso ha ammesso la scorsa settimana. Ha tirato la carretta per tutto l’anno, sta vivendo un’esperienza nuova e anche importante per il suo futuro, ha tutti gli occhi addosso: ci può stare che paghi questo peso; ma pensiamo anche a Carra. E se non è stanchezza, è differenza di resa fra dentro e fuori casa: confrontando le prove di Grayson e Coronica, ad esempio, nella bella contro Ferrara e in gara-1 contro Brescia, la differenza è sensibile.
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