Trieste, l'allarme: «Senza palestre scolastiche il volley non può ripartire»
Ben 34 club triestini e dell’isontino lanciano l’allarme raccolto dal presidente Fipav Michelli e da quello del comitato Manià: «Subito un tavolo con le istituzioni»
Lasorte Trieste 09/07/19 - Palestra Altura, Italia - Francia, Pallavolo femminile Under 16
TRIESTE Ha senso parlare di protocolli e misure di ripartenza quando l'intero sistema sportivo della pallavolo e degli sport indoor è messo in pericolo dal "problema palestre scolastiche"?
Questo uno dei nodi principali affrontato nell'Assemblea plenaria delle società territoriali del volley della Venezia Giulia l'altra sera, e questo lo scenario forse più preoccupante allo stato attuale.
A sentire i due vertici di questa disciplina: Alessandro Michelli, a capo di Fipav Fvg e il presidente del comitato locale Paolo Manià.
Ad oltre tre mesi dallo stop imposto dalla pandemia e dal lockdown, la comunicazione e i progetti online per il futuro hanno avuto ruoli importanti, ma un "presente" certo di ripartenza ancora non c'è, e preoccupa notevolmente la situazione cupa e nebulosa all'orizzonte se non si troveranno le soluzioni adeguate.
Per una disciplina, come la pallavolo, che vede la propria scena naturale al chiuso ed in special modo in palestre scolastiche ed edifici dipendenti il più delle volte da Comuni, Uti e Istruzione, ma al contempo per altre discipline e attività indoor, le incertezze sul futuro si fanno ben gravi.
La riunione plenaria delle società del volley, con una precentuale altissima di affluenza ( ben 34 rappresentate su un totale di 37 realtà totali ripartite tra Trieste e Gorizia, e con oltre sessanta partecipanti fissi alla riunione svoltasi sulla piattaforma social di Zoom), ha segnato un record.
E ha palesato una volta di più l'importanza di essere presenti e uniti in questo periodo di necessità. Tante le paure espresse in seno al dibattito: oltre all'accesso e all'uso delle palestre scolastiche e degli impianti di gioco, sono state manifestate inquietudini sui protocolli ufficiali redatti dalla Fipav per il gioco del volley, per i costi e le vicende di sanificazione, igienizzazione e pulizie delle location, e sulla sopravvivenza futura, delle singole realtà, dal punto di vista economico e gestionale.
Al di là tuttavia dei numeri, dei grafici e dei temi principali usciti in serata, dalle società sono state chieste risposte e aiuti concreti, e i due comitati Fipav promettono certamente di restare vicini alle asd del territorio.
Ma come espresso negli scorsi giorni dal presidente della federazione del Friuli Venezia Giulia , e ribadito poi più volte sia nelle dirette social che nella riunione serale da Manià, il nodo cruciale resta quello di garantire una casa e campi di gioco alle molte anime della pallavolo.
«Che dipendono dalle palestre scolastiche. - ha sottolineato e ripetuto il vertice regionale Michelli - E per il cui futuro è importante dunque un tavolo di dialogo allargato, con Coni, Ministero dell'Istruzione e della Sanità, con gli enti amministrativi preposti alla gestione dell'edilizia scolastica, A livello nazionale siamo preoccupati per la normativa del ministero istruzione di questi giorni. Che prevede orari prolungati e spostati nel pomeriggio, ingressi posticipati, ampliamenti degli spazi adibiti a lezioni e studio in nuove aule e nelle palestre, favorendo il distanziamento. Queste misure e l'ampia autonomia data ai direttori e dirigenti scolastici, rischiano di essere devastanti per il nostro mondo, per pallavolo e basket, che vivono e si nutrono di impianti sportivi scolastici. Noi sul nostro territorio siamo intorno all'ottanta per cento delle società del volley, legate a questa spada di Damocle. Il grido d'allarme e la denuncia che mi sento di fare è verso chi non pone l'orecchio ai nostri bisogni e alle richieste di certezza, per un bacino di utenza di tesserati che in questa Regione conta oltre diecimila unità». —
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