Trieste, dopo 2500 partite tolto il fischietto a Giust
TRIESTE Gli hanno levato il fischietto di bocca, così, di punto in bianco. Non si aspettava, Ezio Giust, decano degli arbitri di pallacanestro a Trieste, di veder srotolato il tappeto rosso per celebrare i suoi 34 anni di totale disponibilità alla causa cestistica ma nemmeno di essere trattato da intruso.
Nei giorni scorsi si faceva trovare pronto nello spogliatoio con largo anticipo rispetto all’orario fissato per l’inizio della partita fra gli under 18 di Barcolana e Servolana, quando ecco affacciarsi un collega. Ha pensato a una visita di cortesia o, cosa più probabile, a un banale errore organizzativo.
Nessuna delle due ipotesi: era proprio lui quello di troppo, nonostante disponesse della regolare designazione. Chissà per quale arcano mistero la comunicazione ufficiale che imponeva lo stop agli over 65 non lo aveva raggiunto.
Sorpreso e umiliato, si rimetteva sulla via di casa mentre sbucavano i ricordi: i primi passi all’Hausbrandt con Tullio Micol, poi in panchina per sei anni a dare le prime dritte ai ragazzini e infine la scelta definitiva della maglietta grigia a conclusione di un corso biennale.
Dunque una carriera iniziata tardi, al maturare delle 35 primavere, ben sapendo che il raggio d’azione si sarebbe limitato al territorio regionale. Il bilancio provvisorio si ferma a circa 2500 partite (quelle sotto l’egida della Federbasket cui vanno aggiunte altrettante nelle manifestazioni per non affiliati e categorie Uisp) fra sacrifici, rinunce e pure gratificazioni. Può vantare un record significativo, Ezio Giust: mai che dagli spettatori delusi fosse partito il classico «Ti aspetto fuori!».
Sullo sgarbo nei suoi confronti Giust precisa: «Non vi nascondo che l’episodio mi ha rattristato fino alle lacrime». Una domanda facile che si sono posti in molti dell’ambiente senza ottenere risposta: «Possibile che a nessuno sia balenata l’idea di sfruttare una miniera di esperienza?».
Classe ’49, fisico invidiabile che neanche un quarantenne, corsa ancora agile, all’occorrenza energico e flessibile, test medici superati alla grande: l’ora di appendere il fischietto al fatidico chiodo e di dedicarsi a tempo pieno all’amata poesia dialettale è di là da venire. Confortato, oltretutto, dall’ondata di solidarietà e richieste della sua presenza, tante da saturare l’agenda degli appuntamenti.
Sui social sono tanti i personaggi del mondo del basket che hanno voluto dimostrare in questi giorni la loro amicizia e simpatia, uniti dall’hastag #iostoconezio, ormai quasi virale.
L’aspetto più paradossale della faccenda è che, a fronte di una situazione delicata riguardo al numero di tesserati, la Federazione da un lato rinuncia a gente valida e dall’altro è costretta a rivolgersi alle società in modo che se la sbrighino loro a segnalare la persona incaricata di dirigere gli incontri delle giovanili. A questo proposito, a quanto pare c’è già la fila per indicare un nome a referto, quello di Ezio Giust, naturalmente, che continuerà a veder tramutati in campo i versi del suo “Canestro”: «Una bala in mezo se alza drita/ i brazzi se slonga/ do cesti impicadi la brama/ diese muli scadenai spera». —
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