Trieste, Capela: «Non pensavo alla C ma la Triestina vale di più»

Il centrale portoghese: «Ho visto il Rocco nel match vinto contro il Pordenone e poi la società è organizzata»
Anibal Capela all’arrivo a Ronchi assieme al suo manager
Anibal Capela all’arrivo a Ronchi assieme al suo manager

TRIESTE Alcune stagioni nella serie A portoghese, poi tre anni nella B italiana con Carpi e Cosenza, ma adesso il 29enne difensore centrale Anìbal Capela è sceso senza problemi in C con la Triestina, ammaliato dall’organizzazione alabardata e dallo stadio che ha conosciuto a luglio. E chissà, forse potrebbe già essere utile domani al Rocco contro il Ravenna (inizio ore 15).

Capela, come è nato il rapporto con la Triestina?

«Intanto va detto che è stato un mercato strano causa il Covid. È vero che c’era una proposta di rinnovo del Cosenza, ma non era quella che cercavo. Poi sono arrivate diverse proposte, non solo dall’Italia, alcune buone, ma alla fine la società che ha dimostrato più voglia di prendermi è stata la Triestina».

E non le pesa scendere di categoria?

«A inizio mercato non pensavo di scendere in C, ma ora sono qui, ho visto le condizioni di lavoro e l’organizzazione di alto livello e sono sorpreso, mi sembra una serie A. Questo mi dà tanta fiducia. E poi qualcosa di Trieste sapevo già».

In che senso?

«Sono in Italia da 3 anni, dal nord al sud ho sempre sentito parlare molto bene di questa piazza. Poi a luglio col Cosenza ho giocato a Trieste contro il Pordenone, ho visto lo stadio ed è davvero impressionante».

Che differenze tra il calcio portoghese e quello italiano?

«Quello portoghese è più tecnico ed elaborato, almeno in serie A dove ho giocato 5 anni. In Italia c’è anche parecchia tecnica, ma si curano di più la condizione fisica, l’intensità e l’aggressività. Ma non dico che un sistema sia meglio dell’altro, semplicemente sono due culture calcistiche diverse. C’è un esempio recente a riguardo».

Quale?

«Qualche giorno fa la Francia si era messa bassa aspettando gli sbagli del Portogallo per colpirlo. È finita 0-0, e stiamo parlando di campioni del mondo contro campioni d’Europa».

Pensa che la Triestina possa ambire alla serie B?

«Conosco qualche compagno, ho già giocato con Ligi, Giorico e Litteri, ma qui ho fatto solo un allenamento, non posso fare una valutazione. Non è guardando i nomi che uno capisce se una squadra può salire, ma dalle capacità del gruppo. Tante squadre puntano su qualità individuali e non si trovano bene, altre puntano sul gruppo e vincono. Ci sono tante variabili, solo il tempo ci dirà se siamo una squadra da promozione».

Le sue caratteristiche?

«Credo di avere le qualità migliori sul piano fisico: potenza, esplosività e velocità. Mi piace essere concentrato e aggressivo. Ma difendere non è un lavoro individuale, tutta la squadra attacca e difende, per cui spero di riuscire a inserirmi bene nell’organizzazione tattica difensiva e dare una mano».

Le sue condizioni fisiche?

«Da fine luglio non mi allenavo con una squadra, poi l’ho fatto da solo, ma non è come il lavoro di gruppo con lo staff tecnico e con l’intensità di una partitella. Ma i minimi requisiti fisici li ho già, poi sarà il mister a valutare se posso subito essere di aiuto o no».

Di recente però ha sempre difeso a tre, vero?

«In Portogallo ho giocato sempre a quattro, mi sono anche formato così nelle giovanili, solo arrivato in Italia mi sono adattato spesso a tre, quindi nessun problema a giocare qui con una difesa a quattro».

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