Tra Barcellona e Real una sfida andata oltre il campo di calcio

BARCELLONA. Barcellona-Real Madrid, il match tra due modi di intendere la vita e il calcio. Nella serata-show di Messi e Cristiano Ronaldo, due gol a testa nel 3-3 finale, definiti da Mourinho «di un...
epa03425025 FC Barcelona supporters wave the Catalonian flag (the 'Senyera' in Catalonia) and the slogan 'Independence' before the Spanish Primera Division soccer match against Real Madrid at Nou Camp in Barcelona, Spain, 07 October 2012. EPA/ALBERTO ESTEVEZ
epa03425025 FC Barcelona supporters wave the Catalonian flag (the 'Senyera' in Catalonia) and the slogan 'Independence' before the Spanish Primera Division soccer match against Real Madrid at Nou Camp in Barcelona, Spain, 07 October 2012. EPA/ALBERTO ESTEVEZ

BARCELLONA. Barcellona-Real Madrid, il match tra due modi di intendere la vita e il calcio. Nella serata-show di Messi e Cristiano Ronaldo, due gol a testa nel 3-3 finale, definiti da Mourinho «di un altro pianeta», al Camp Nou ha vinto la politica.

Da una parte la squadra del potere centrale, quella della capitale “ladrona”, identificata con la monarchia (a partire dalla denominazione Real), nel cuore anche del caudillo Franco e per questo troppo spesso favorita. Dall’altra quella per la quale batte il cuore indipendentista della Catalogna che torna a sognare di diventare nazione: domenica lo ha eloquentemente testimoniato il pubblico (95mila spettatori) del Camp Nou. La gente blaugrana, come aveva annunciato, ha formato con una grande coreografia a mosaico una bandiera catalana lungo tutti gli spalti. Poi dopo 17’14” di gioco è rimbombato più volte il grido «Independencia» e sono stati mostrati striscioni con scritta a caratteri cubitali la stessa parola. Il momento non è stato scelto a caso: il 1714 è l’anno della conquista borbonica della Catalogna, e di questo oggi a Madrid ha discusso perfino il governo.

Sportivamente parlando, invece, Barça-Real è lo scontro tra chi punta sulla valorizzazione estrema del vivaio, con in campo sempre almeno sette-otto titolari venuti dalla “cantera”, e chi si muove nel segno del mercato, comprando per fare business e regalare nuovi fenomeni al pubblico del Bernabeu.

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