La tempesta perfetta della Pallacanestro Trieste
Dalle bombe di Colbey Ross alle magie di Michele Ruzzier: la serata d’oro di Trieste che ha battuto la Virtus Bologna
Quasi 24 anni dopo l’ultimo successo in casa Virtus, la Trieste del basket si risveglia con il dolce sapore dell’impresa. Nel segno di Colbey Ross, match winner nel finale di una partita che ha esaltato la forza del collettivo, la formazione di Jamion Christian ha firmato un vero e proprio capolavoro.
Risultato che riscrive la storia biancorossa: era il 4 marzo del 2001 quando la Telit di Cesare Pancotto, Dante Calabria e Milan Gurovic, passando 76-67 sul parquet della Unipol Arena, chiuse a 33 la serie di vittorie consecutive della Kinder Bologna di Ettore Messina.
Tornando al successo conquistato domenica sera, i due punti colti da Ross e compagni alla Segafredo Arena potrebbero risultare determinanti nella rincorsa di Trieste alle final eight di Coppa Italia. Un passo falso avrebbe fatto scivolare i biancorossi al nono posto, dopo l’undicesima giornata invece la formazione di Jamion Christian si ritrova sesta, potendo contare sul vantaggio negli scontri diretti con Tortona, Treviso e Milano.
LEZIONI DAL CAMPO
Senza Brown né Reyes, con Ross ancora alla ricerca di una condizione accettabile, c’era la consapevolezza che senza l’apporto di Valentine difficilmente la squadra avrebbe potuto essere competitiva. E invece, proprio dopo l’espulsione di Denzel, si è vista la miglior Trieste.
Partendo da una difesa impeccabile che, tenendo la Virtus a 70 punti, ha di fatto spianato la strada al successo biancorosso, la regia di Ruzzier, la grande efficacia di Brooks e Uthoff, la solidità di Johnson, il contributo della pattuglia italiana e il talento di Ross hanno confezionato l’impresa.
Come ha sottolineato il gm Mike Arcieri nel dopo partita «Valentine gioca con passione e competitività, deve però imparare a gestire questi sentimenti perché ci sono 40’ di pallacanestro da affrontare e c’è una linea che non si può attraversare. Ha capito che la squadra può vincere anche senza di lui, sono convinto che Denzel imparerà da questa esperienza».
Un’analisi corretta e assolutamente condivisibile: se Valentine entra nell’ordine di idee che mettersi al servizio del gruppo può diventare un valore aggiunto devastante per le avversarie, il potenziale di questa Trieste è destinato a crescere.
PICCOLE, GRANDI RIVINCITE
Non siamo nella testa di Ruzzier, ma non ci vuole un fine psicologo per immaginare quello che, al termine della partita, può aver provato Michele. Che nel mondo Virtus, nei sedici mesi nei quali ha vestito quella maglia, non è praticamente mai stato messo nelle condizioni di incidere.
Domenica sera, contro alcuni dei compagni di squadra con i quali aveva condiviso lo spogliatoio, ha giocato una partita di altissimo livello, dispensando assist e guidando i compagni a una meritata vittoria. Non aveva sassolini da togliersi dalla scarpa e non aveva rivincite da prendersi. Ma lo scalpo delle Vu nere, sulla sua cintura, sarà per lui motivo d’orgoglio.
LA GIOIA DI ROSS
La squadra ha cominciato il lavoro, Colbey lo ha finito. Tre bombe consecutive che hanno steso la Virtus, colpi del ko su un’avversaria già vacillante. Nel finale di partita del play biancorosso c’era tutta la voglia di riscatto di un giocatore che dopo lo stop di Sassari aveva voglia di tornare protagonista.
Gioia irrefrenabile sfogata nel dopo partita sotto la curva biancorossa.
Uscendo dal campo, dopo le interviste di rito, Colbey Ross si è fermato a salutare i tifosi festeggiando assieme a loro.
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