Tanjevic: «Italia-Slovenia sarà una grande chance. A Trieste serve più coraggio per lanciare i giovani»

Boscia a ruota libera. Sulla Nazionale: «La scelta dei tempi non mi trova d’accordo. Sono però tifoso di Pozzecco, farà bene»

Roberto Degrassi

TRIESTE Tifoso di Pozzecco ct, anche se non erano i tempi per un cambio così repentino alla Nazionale. Trieste deve avere il coraggio di scommettere sui giovani. Italia-Slovenia del 25 giugno sarà un grande momento di sport.

Boscia Tanjevic, da sempre, è abituato a non mandarle a dire.

Tanjevic, ha visto che terremoto nella Nazionale.

Non giudico le decisioni ma la scelta dei tempi. Io avrei aspettato dopo settembre. L’Italia che ho visto vincere a Belgrado un anno fa e che è andata ai Giochi di Tokyo era degnissima, con un gioco eccellente. Una squadra che stava in piedi.

La scelta di Gianmarco Pozzecco ct ha sorpreso molti.

Io sono un tifoso del Poz, gli ho mandato un messaggio di complimenti. Non ha esperienza? E io rispondo: ma quanta ne ha invece come giocatore? Da quanti anni è nel basket? Non possiamo mettere questi valori in discussione. Farà bene. Certo, è difficile fare il ct. Non è come allenare un club. Diverse metodologie. Quando ho iniziato io, a 26 anni responsabile di tutte le Nazionali della Jugoslavia eccetto la prima squadra, avevamo un programma annuale senza amichevoli o tutte le manifestazioni internazionali giovanili che ci sono adesso. Lavoravo sul programma.

Nel basket italiano, anche fuori dalla Nazionale, è difficile portare avanti programmi. Come sarà la serie finale scudetto tra Virtus Bologna e Armani Milano?

Sarà più incerta di un anno fa. Allora finì con un cappotto a favore della Virtus a causa delle tante energie spese da Milano in Eurolega. Stavolta l’Armani arriva in condizioni diverse, anche se Bologna con gli innesti operati è più forte rispetto a dodici mesi fa.

Ha accennato prima all’importanza dei programmi. Vorrebbe darseli la Pallacanestro Trieste ma in vista dell’assemblea dei soci del 10 giugno ci sono poche certezze. Cosa dovrebbe fare?

Garantirsi quei 3-4 milioni perchè così è più facile competere anche per i play-off. Ma non ci sono mica tante società con queste garanzie...Mi piacerebbe rivedere 5-6 elementi dell’ultima stagione, non mi interessano le voci di mercato perchè penso che le squadre migliorino soprattutto con il lavoro, non con i nomi. Mi sarebbe piaciuto se Trieste si fosse presa qualche piccolo rischio in più in questi anni, con i giovani.

Già due anni fa in un’intervista aveva detto che avrebbe lanciato Deangeli, ad esempio.

Ma avrei fatto giocare anche Arnaldo, mi piaceva.

Però quest’anno ha collezionato parecchi “n.e.” a Ravenna in A2.

Non sta scritto da nessuna parte che sia più formativo far crescere un ragazzo nelle serie inferiori. C’è chi magari stenta in B e si dimostra utile in A. Bisogna credere nei giovani e avere coraggio.

Come aveva fatto Roijakkers a Varese, finchè è rimasto in sella.

Aveva avuto coraggio e ha fatto emergere le capacità di ragazzi delle giovanili. Io rimango della mia idea.

Quale?

Quattro stranieri bastano e avanzano. Meglio dare le chiavi delle squadre ai giocatori di casa.

Non è nato a Trieste, è di Bolzano, ma Alessandro Lever è un giovane sul quale il club biancorosso ha investito. Aperto il dibattito: è meglio da centro oppure da ala forte?

L’ho seguito nelle giovanili azzurre, avevo parlato con il coach che lo allenava al college negli Usa. Io non faccio distinzioni di ruolo, può fare questo e quello. Per me i giocatori si dividono tra esterni e interni.

Trieste ospiterà il 25 giugno l’amichevole di lusso tra Italia e Slovenia. Gli azzurri contro il fenomeno Doncic se, come pare, ci sarà.

Doncic non è uno che fa la staaaaaar (dilata la vocale per enfatizzare, ndr), è un giovane uomo che ama la sua nazionale e mi hanno detto che inizierà a prepararsi già dal 15. Ha capito che stare in nazionale permette di lavorare durante l’estate e migliorare. Faccio un esempio: Turkoglu a 27 anni venne nominato giocatore più progredito della Nba. L’estate prima con la Turchia non era mica stato a guardare, nè aveva snobbato la convocazione. Gli avevamo permesso, lavorando, di fare un altro passo avanti.

Insomma, Italia-Slovenia sarà imperdibile.

Boris Vitez sta facendo un lavoro straordinario da grande dirigente, tenendo i contatti con le due Nazionali. La mia speranza è che, visto che sia Italia che Slovenia si alleneranno nei giorni precedenti a Trieste, possano venir aperte le porte dell’Allianz Dome per assistere alla preparazione.

Non crede agli allenamenti lontano da occhi indiscreti.

Semplicemente non mi farei paure. Aprire gli allenamenti è positivo per tutti. Per i tecnici e gli appassionati che possono vedere come nasce la preparazione di un match ma servirebbe soprattutto per avvicinare i pici. Noi abbiamo bisogno che i bambini si innamorino del basket. Saranno loro i campioni e il pubblico di domani. Facciamoli divertire. Noi siamo persone che hanno avuto la fortuna di vivere del proprio hobby. E ci pagano anche.

Ma è anche un lavoro di responsabilità.

Mi sono sempre chiesto, ogni giorno: cosa hai fatto oggi per il basket? Quarantasei anni di panchina, pensando che dovevo aiutare i miei giocatori a non sbagliare. La vita di un atleta dura una decina di anni, il compito di un coach è di metterli nelle condizioni di godere di quegli anni, affrontandoli con i valori giusti. Il rispetto è uno di questi. Faccio un esempio?

Prego.

Nel 2006 ai Mondiali con la Turchia non convocai due giocatori che avendo partecipato alla Nba con Orlando e Utah (Turkoglu e Okur, ndr) mi avevano chiesto due settimane di sconto rispetto ai 45 giorni di raduno previsti. Non esiste. Sarebbe stata una mancanza di rispetto nei confronti degli altri. Dobbiamo essere tutti educatori. Noi allenatori, i giornalisti che non devono giustificare sempre le star, gli arbitri perchè è anche da una direzione di gara equilibrata che nei ragazzi nasce la convinzione che la giustizia esiste.

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