Svolta nello sport: non c’è il defibrillatore? Niente gare
TRIESTE La mancanza del defibrillatore negli impianti sportivi determina - a far data dal primo luglio - l'impossibilità di svolgere le attività sportive. Lo prevede il decreto del ministro della Salute Beatrice Lorenzin di concerto con il ministro per lo Sport Marco Lotti sulle «Linee guida sulla dotazione e l'utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita da parte delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche».
In quelle che sono le linee attuative del decreto Balduzzi - alla cui stesura ha fattivamente collaborato anche l’on. Giorgio Brandolin (anche, e soprattutto, nella sua veste di presidente regionale del Coni) - in particolare si sottolinea l’obbligo di provvedere di dotazione del defibrillatore da parte del gestore dell'impianto e non da parte della singola associazione sportiva (se però la gestione dell’impianto è in capo all’associazione sportiva su convenzione con il Comune proprietario il gestore è ovviamente l’associazione).
E ancora, si prevede l’obbligo della presenza di personale debitamente formato per l'utilizzo del defibrillatore soltanto durante le gare di calendario (sono quindi esclusi gli allenamenti), l’esonero della presenza di defibrillatore e di personale formato per gli sport praticati fuori dagli impianti sportivi, quali gli sport del mare, gli sport su strada e gli sport in aria. Inoltre il decreto contiene un’indicazione precisa delle attività sportive esentate dall'obbligo di defibrillatore e dalla presenza di personale formato.
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