Stecca applaude il "Battimelli"

Il ct della Nazionale giovanile incoraggia Zdrinca

TRIESTE.Vero campione cercasi, capace poi di diventare anche un personaggio mediatico. La boxe italiana ha insomma bisogno di autentici protagonisti, prima sul ring e poi eventualmente tra i canali televisivi. A pensarla così è Maurizio Stecca, uno che in carriera sul ring ha vinto tutto quello che c'era da vincere, sia da dilettante, con la medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1984 nei pesi gallo, che da professionista, con il titolo italiano, europeo (Ebu) e mondiale (Wbo) conquistato nei piuma. Classe 1963, tra gli ultimi veri primi attori della boxe professionistica italiana capace di farsi valere su scala internazionale, assieme allo stesso fratello Loris, Valerio Nati e Francesco Damiani, tutti esponenti della splendida scuola romagnola in auge negli anni '90.
A portare Maurizio Stecca per la prima volta a Trieste è stato il Memorial “Battimelli” curato dal Club Sportivo Pugilato Trieste, una articolata tre giorni che ha visto l'olimpionico di Los Angeles, ora ct della Nazionale giovanile, in veste di supervisore dei pugili alle prime armi più interessanti: «Per la prima volta a Trieste ma parlando di questa città non si può non ricordare un campione come Nino Benvenuti - ha raccontato Maurizio Stecca - lo incontrai a Pordenone quando avevo solo 16 anni e rimasi colpito dalla bellezza nel poter parlare con campioni che si ammiravano solo alla televisione. Ricordo bene anche le sue parole, mi disse: tu farai strada».
Non si sbagliò Benvenuti, leggendo bene le qualità di un pugile capace poi di destreggiarsi sia tra ring mondiali che tra celebrazioni popolari: «Assieme alle vittorie in carriera, devo i miei successi anche alla televisione dell'epoca, quando Rino Tomasi inventò un format inedito come “La Grande Boxe”, ho cercato di abbinare al meglio l'attività sul ring a quella di opinionista e ospite ma mai quando ero in preparazione in vista di un match, per evitare distrazioni». Formare i giovani è ora il suo lavoro, tema che lo impegna anche fuori dalle corde di un ring: «Il bullismo non lo sopporto e bene ha fatto Roberto Battimelli ad associare il torneo a questi temi. La boxe può dare una impronta educativa unica, fatta di regole, rispetto e di sano confronto. I bulli dovrebbero misurarsi con questo mondo e capire».
Una cartolina anche per la boxe triestina emergente, dedicata a Mattias Zdrinca, neo-azzurrino e bronzo agli Europei Junior: «Un piccolo talento, ha buoni mezzi – garantisce Stecca – ma ora lo attendono la maturità e la continuità. Non deve perdersi».

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