Spanghero: “Il fattore sorpresa della Pallacanestro Trieste”
L’ex di Trieste e Trento Marco Spanghero: «A Torino si sono sfidati due team imprevedibili. I biancorossi sono la vera novità del torno»
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Da Rieti, dove sta disputando una splendida stagione nel campionato di serie A2 con la sua Sebastiani, Marco Spanghero è stato spettatore attento delle final eight di Coppa Italia. Il play triestino, ormai trentino d'adozione, ha vissuto con particolare emozione una semifinale che ha visto due delle sue ex squadre affrontarsi. A Trieste, in maglia Acegas, ha iniziato giovanissimo la sua avventura nel mondo del basket mentre a Trento, con la Dolomiti Energia, si è consacrato ad alto livello.
«Ho seguito con grande attenzione tutte le partite - racconta - anche quest'anno la Coppa Italia si è confermata quella che sappiamo essere, una manifestazione senza favoriti e che ha mostrato grande equilibrio. E come l'anno scorso, Milano è arrivata fino alla finale per poi sciogliersi».
Come giudica il percorso di Trieste?
«Mi ha sorpreso, in positivo. Ha ribaltato il pronostico nella partita contro Trapani nella quale, pur giocando senza Ross, ha saputo stringere i denti e portare a casa una semifinale quando tutto ormai sembrava perso. Con Trento poi ha affrontato una squadra che, come lei, non da punti di riferimento sul parquet. Ha saputo giocarsi la qualificazione fino alla fine, non ce l'ha fatta. Ma resta una protagonista di questa Coppa Italia».
Alla fine ha vinto la squadra più forte?
«Se Trento ha dominato il girone d'andata e poi, dopo un momento di fisiologica flessione, in campionato è tornata al comando della classifica un motivo c'è. Società all'avanguardia in Italia, una squadra ben allenata che ha saputo giocare una pallacanestro bella e coinvolgente. Galbiati è stato bravo a schierare quintetti atipici con Lamb da "4", Zukauskas da "5" o Lamb e Niang assieme».
E poi c'è stata la favola di Forray, una vita a Trento, che finalmente ha potuto alzare un trofeo. Un'emozione anche per lei?
«Una grande emozione. Toto è arrivato a Trento nel 2011, qualche mese dopo di me. Abbiamo giocato 5 anni assieme, io poi me ne sono andato lui è rimasto. Una storia unica, la sua, una carriera intera giocata con la stessa maglia. Ha perso contro Milano e Venezia due finali scudetto, la Coppa Italia di domenica scorsa gli ha tolto un peso dal cuore. Le sue lacrime alla fine si spiegano così».
Parlando di serie A2, si aspettava una Rieti terza in classifica a questo punto della stagione?
«Stiamo volando e, sinceramente, non me l'aspettavo. A Trieste, giustamente, la serie A2 non la seguite più ma posso garantire che il campionato di quest'anno è tremendo. Dal primo al decimo posto ci sono squadre fortissime, che potrebbero tranquillamente arrivare in fondo e centrare la promozione. Noi siamo in un momento chiave della stagione. Stasera giochiamo a Verona poi avremo Udine in casa e le trasferte di Pesaro e Bologna. Dopo queste quattro partite capiremo chi siamo».
Se le chiedo un pronostico, quale sarà la formazione promossa al termine della stagione regolare?
«In questo momento la logica dice Udine. Mancano undici giornate e sono primi in classifica, assieme a Rimini, con quattro punti di vantaggio sulle inseguitrici. E' un buon vantaggio anche se, ripeto, questo è un campionato che non ti consente di rifiatare. Da qui alla fine ogni partita sarà una battaglia». —
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