Silvia Stibilj, la regina dei pattini lascia le gare

La decisione a 26 anni: «Sono stanca, non voglio più reggere il peso di venir messa in discussione tra stress da competizione e gelosie»
Silvia Stibilj
Silvia Stibilj

TRIESTE «Non è stato facile rimanere sotto i riflettori per così tanto tempo. Sono satura, per questo dico basta».

Sarà un Natale amaro per gli amanti del pattinaggio artistico su rotelle e dello sport in generale. La pluricampionessa del mondo triestina Silvia Stibilj ha annunciato ufficialmente il ritiro dall'attività agonistica.

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A 26 anni non è troppo presto per mollare tutto?

Non è troppo presto se hai iniziato a vincere sin da giovanissima. Sono salita sul podio di un Mondiale a 18 anni dopo aver vinto tutti i campionati italiani giovanili. Era ora di dire basta.

C'è qualche guaio fisico dietro a questa scelta?

No, anzi, fisicamente sto benissimo e l'ho dimostrato andando a vincere l'ultimo Mondiale a Barcellona. Sono solamente stanca. Molto stanca.

In che senso si sente stanca?

Sotto il profilo fisico avrei potuto continuare a gareggiare, ma nello sport, prima o poi, subentra l'aspetto psicologico, soprattutto quando si gareggia ad altissimi livelli per tanti anni di fila.

Quando ha capito che voleva chiudere la carriera?

La mia è una scelta ponderata. Le prime avvisaglie le ho avuto già prima dei Mondiali del 2017. Sentivo che il peso di essere sempre messa in discussione era divenuto insostenibile.

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Cosa le ha pesato così tanto in questi anni?

Quando scendevo in pista non ho mai avuto un problema. Anzi. Sui pattini io mi liberavo e stavo bene. Quello che era diventato insopportabile erano i fattori che ruotano attorno a questo sport: stress da competizione e gelosie.

C'è qualche possibilità che ritorni in pista da atleta?

Direi nulla. Mi basta pensare a come sono stata all'ultimo Mondiale. Prima delle gare ero un demonio. Non riuscivo a gestire le mie emozioni e a placare gli attacchi esterni. Sono arrivata al punto di maledirmi per non essermi ritirata nel 2018. Assurdo.

Cosa ne pensa il suo compagno Alessandro Talotti?

Lui è stato fondamentale in questi anni. Mi ha dato la forza per affrontare momenti difficilissimi. Mi ha sempre sostenuta e lo fa anche adesso, appoggiando la mia decisione.

Chi ha reso grande Silvia Stibilj?

In primis la mia famiglia. Poi il Pat, il coreografo Sandro Guerra e tutti gli allenatori: la maestra Bruna, Adriana Radin, Chiara Sartori, Fabio Hollan, Valentina Mocali, Melissa Comin De Candido, e i tecnici di Coppia Gandolfi, Lanzoni, Saletti e Residori.

C'è qualche rammarico nella sua carriera?

Nel singolo ho vinto tutto quello che c'era da vincere. Nella coppia sarebbe stato bello vincere un oro mondiale, ma Andrea Bassi ed io abbiamo sempre dato il massimo. Quindi va bene così.

Rimarrà nel mondo del pattinaggio?

Certamente. Sto facendo l'allenatrice da qualche anno e insegno ogni pomeriggio. Adoro questo sport, sarà molto dura distaccarsene completamente.

Un messaggio alle atlete che sognano di diventare come Silvia Stibilj?

Auguro a tutte loro di togliersi le proprie soddisfazioni, indipendentemente dal livello che raggiungeranno. Questa è la cosa più importante: pattinare divertendosi. —
 

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