Scozzarella, un triestino vola in serie A

Nato nel vivaio del San Giovanni, alla vigilia dei 30 anni ha appena conquistato la promozione con la maglia del Parma

TRIESTE. «A Spartaco, la prima persona che ha creduto in me. Matteo Scozzarella». È questa la dedica sulla maglia n.13 del Parma, ora in bella mostra nella sede del San Giovanni, accanto a quelle di Forte, Maracchi, Steffè, i ragazzi partiti da viale Sanzio e che sono approdati nel mondo del calcio professionistico.

«È un ricordo – dice Matteo - infinitamente bello quello che ho di Spartaco Ventura: Spartaco mi è sempre vicino, soprattutto nei momenti difficili. Purtroppo durante questi anni il calcio mi ha portato lontano e mi ha fatto perdere un po’ di vista Trieste ma, nel mio cuore, c’è sempre spazio per la mia città».

Sei anni dopo averla assaggiata, era il 30 settembre 2012 in Atalanta-Torino, Matteo Scozzarella riconquista la serie A, stavolta con la maglia del Parma, al termine di un campionato risolto all’ultima giornata: «Un’altalena di emozioni – racconta Matteo –, dall’ essere in testa alla classifica, a finire fuori dai play-off: le pressioni che non ti fanno giocare bene, ci complicavamo da soli la vita. Poi la gioia enorme, più grande dell’ansia della rincorsa: adesso si festeggia la vittoria ma l’emozione che ci ha regalato il campionato la conserveremo sempre».

Tra pochi giorni, il 5 giugno, Scozzarella festeggua i trent’anni: giovanili nel San Giovanni e, nel 2007 a Bergamo con la maglia nerazzurra, fino a lasciarla per quella del Trapani; in mezzo tanti prestiti: Portogruaro, Juve Stabia, Ternana, ancora Juve Stabia, Spezia e Trapani. «In tutti questi anni – dice Scozzarella – ho provato soddisfazioni ma anche un po’ di delusioni perché avrei voluto fare di più: adesso ho l’occasione per riprendermi quello che mi è sfuggito. A Trapani ero a un passo dalla serie A ma i play-off ci sono sfuggiti, condizionando anche la stagione successiva: la delusione mi ha toccato parecchio e quando Daniele Faggiano, che era con noi in Sicilia, mi ha chiamato da Parma, non ci ho pensato due volte. Nell’immaginario, poi, più che la Lega Pro c’era già la serie A in vista…»

Ma c’è un altro traguardo da tagliare: a fine giugno, matrimonio: «Ansia? Assolutamente no – sottolinea Matteo – perché la dividiamo in due. Poi, Azzurra il sì me l’ha già detto e lo festeggeremo a Treviso assieme alla nostra primogenita Lavinia».

In vista poi c’è anche un intervento per sistemare un tendine: «Negli ultimi due mesi – ricorda – mi ha molto limitato, non riuscivo ad allenarmi bene e voglio risolvere, per non ritrovarmi in futuro con lo stesso problema: io corro tantissimo e, se non sono a posto, la fatica raddoppia. Ho l’età in cui mi sento più sicuro: la mia missione è restare a Parma e dare il mio contributo. In gialloblù mi ha raggiunto anche Barillà, con cui ho ormai un legame storico nato con la maglia del Trapani».

Di triestini in serie A c’è solo Andrea Petagna, con il quale c’è in comune l’aver vestito lamaglia nerazzurra dell’Atalanta: «Mi fa piacere raddoppiare le presenze nella massima serie – concorda Matteo – e spero di tener alto il vessillo alabardato. La Triestina? Da lontano l’ho sempre seguita e mi ha fatto piacere che la situazione sia finalmente cambiata. Mi auguro continui la crescita perché possa arrivare almeno in serie B perché sono sicuro che la città risponderebbe in maniera adeguata. Non vi nascondo, poi, che non mi dispiacerebbe poter indossare, prima o poi, la maglia alabardata: lasciatemi, però, goderei questa avventura in Serie A, che, come succede a tutti i ragazzini, sognavo già quando vestivo la maglia rossonera delle giovanili del San Giovanni…»

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