Scocca l’ora dell’Ipertrail un’avventura lunga 173 km

Da questa notte sui nostri sentieri in gara anche lo specialista Luca Papi «In questa disciplina la dote principale di un atleta deve essere la pazienza»
L’ipertrailer Luca Papi tra gli attesi grandi protagonisti della Corsa della Bora
L’ipertrailer Luca Papi tra gli attesi grandi protagonisti della Corsa della Bora

TRIESTE L'attesa sta per terminare. Allo scoccare della mezzanotte con la partenza da Gorizia dei primi atleti della S1Ipertrail di 173 km, si aprirà ufficialmente la quinta edizione della S1Corsa della Bora, curata dall'Asd Sentiero Uno e capace quest'anno di ospitare oltre 2mila partecipanti provenienti da ogni angolo del pianeta, che si potranno misurare su ben cinque differenti distanze.

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Poche ore dopo il via all'Ipertrail, alle 3, sarà la volta degli iscritti all'S1Ultra di 168 km intraprendere il proprio viaggio. Domenica invece sarà dato lo start alla prova Trail di 57 km alle 7.30 mentre alle 11.30 partiranno la S1Half di 21 km e la Sprint di 16 km.

Tra i protagonisti più attesi ci sarà sicuramente il varesino, trasferitosi in Francia dal 1998, Luca Papi, capace negli ultimi anni di imporsi in gare massacranti e desideroso di sbaragliare la concorrenza anche qui a Trieste nell'Ipertrail.

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Papi, come si è avvicinato al trail e come si allena?

Nel 2010 corsi per gioco una mezza maratona a Parigi e li mi imbattei in un volantino pubblicitario su una manifestazione di trailrunning. Così mi sono buttato nella mischia e dalla stagione successiva fino ad oggi ho iniziato a partecipare a 30/40 gare ogni anno. Ogni giorno vado e torno dal lavoro di corsa, macinando così 24 km giornalieri. Poi magari nel weekend allungo un po' i tracciati ma sinceramente non ho proprio molto tempo a disposizione per seguire un programma specifico.

Constatato che non si massacra di chilometri, quali crede siano gli ingredienti che fanno di lei un ultrarunner vincente?

Credo che in questa disciplina la parola chiave sia la pazienza. Non devi mai farti prendere dalla fretta o dal panico, ma rimanere lucido per almeno dieci ore, impostando un ritmo costante per centinaia di chilometri. Inoltre un runner deve trovarsi a suo agio in quella dimensione solitaria che viviamo ogni qual volta indossiamo un pettorale. Come si può intuire sono convinto che in queste corse conti più la gestione dello sforzo mentale, la testa più che le gambe.

Cosa si aspetta dalla Corsa della Bora e quali sono i suoi obiettivi per il nuovo anno?

Non sono mai stato a Trieste, ma un mio amico mi ha parlato molto bene dell'evento. Sono stato conquistato dal concetto che sta dietro all'Ipertrail, la completa autonomia. L'utilizzo del Gps e la preparazione pre gara di questa cassa equipaggiamento, cibo compreso, che dovremo allestire noi e che ci accompagnerà in ogni punto vita. Per il 2020, senza dubbio mi piacerebbe rimettermi alla prova al Tor des Glaciers (450 km con 34000m di D+), che lo scorso settembre sono riuscito a vincere con il tempo di 134 ore e 10'. —




 

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