Scatenata Allianz Trieste anche Cremona terra di conquista
Ci ha preso gusto, eccome. E ha una gran voglia di continuare a sorprendere perchè l’Allianz che sgretola a domicilio Cremona con un terzo quarto di asfissiante pressione difensiva da quattro partite continua a vincere aggiungendo ogni volta un nuovo tassello al proprio identikit di squadra. Nel secondo tempo al PalaRadi l’Allianz riesce a mascherare il quintetto in campo: ruota gli uomini ma non cala mai l’intensità, neanche di un respiro, neanche quando Dalmasson propone quintetti estemporanei con l’ingresso del baby Arnaldo. Anzi, il pupo brindisino segna pure cinque punti perchè se festa dev’essere, allora che sia completa. Centodue punti all’andata, 101 al ritorno.
La Vanoli evidentemente ispira Trieste che, tra le pieghe di un’identità di collettivo sempre più delineata, ha in Gražulis un top scorer “invisibile”, nel senso che il lettone non si prende un tiro più del necessario. Essenziale, cinico. Come l’Allianz mai così spietata: per 20 minuti in difesa concede troppo e non azzanna, poi passa alle maniere ruvide e alla concretezza e chiude la partita. Per non spremere troppo Fernandez, Dalmasson inserisce nello starting five Laquintana con Doyle, Alviti, Da Ros (ormai abbonato alla partenza tra i primi cinque) e Upson, risparmiando anche Delia. Il timeout chiamato dal coach dopo un minuto e 50 secondi è il suo record storico. Il guaio è che l’Allianz comincia con troppa sufficienza e incassa un 7-0 da Cremona che mette subito in chiaro quale impronta vuole dare alla gara. Il 9-0 con due palle buttate in tribuna da Laquintana e Doyle che fa l’ex pro annoiato porta a chiedersi se ogni domenica Trieste debba iniziare per forza con l’handicap. Sarà un caso ma quando i due iniziano a giocare il divario viene ridimensionato (11-9 al 6’).
Prima rotazione per l’Allianz con Fernandez per Doyle e Delia per Upson sul 18-15, proprio quando i due Usa stavano carburando, mentre Cremona che ha meno opzioni per il turnover getta nella mischia il veterano Poeta e Lee. Quattro alley-oop incassati in otto minuti sono troppi se sei la terza difesa del campionato... Troppi anche i 25 punti incassati nel primo quarto, anche se Trieste è sotto solo di uno. Fernandez comunque dà la scossa per impattare a 27, la Vanoli inizia a trovare il tiro da tre punti, l’Allianz cerca di ragionare di più anche perchè se accetta corsa e atletismo come chiavi della sfida rischia di sbattere contro il muro. Il redivivo Henry, nemmeno utilizzato nel primo parziale, firma il sorpasso (35-36 al 13’). Trieste cerca di non subire il dinamismo degli Usa di Cremona mentre in attacco comincia a costringere la Vanoli a spendere falli (Cournooh già tre a metà quarto). La marcatura di Jarvis Williams però è un quesito irrisolvibile: 15 punti in 16 minuti quando di media in campionato ne segna 11 a partita. E il 10-2 lombardo racconta tutto. Al riposo sul 51-47, con Trieste che soccombe nonostante domini a rimbalzo e riceva la conferma della ritrovata verve offensiva di Gražulis. Il quarto d’ora di riflessione a qualcosa deve servire: approccio più solido, sostanza anzichè ghirigori. Upson prende coraggio, Henry viene coinvolto e intanto la Vanoli inizia a innervosirsi forzando.
Sempre più marcato il dominio a rimbalzo e l’Allianz in contropiede sa far male. Doyle, Da Ros, due triple di Doyle, un’entrata di Laquintana, Delia da sotto. Pazzeschi sei minuti di inizio quarto. 56-71 per Trieste che rivolta il match con un 24-5, con un’intensità e una lucidità da squadra da play-off. L’Allianz in dieci minuti impone la propria personalità. Basterà il tesoretto di 13 punti (63-76) per sfangarla nel parziale finale? Se Poeta, 36 primavere, prova a dare la carica a Cremona, Cavaliero, che ha un anno in più, prova a tenerlo a distanza. Trieste ruota gli uomini senza perdere tono e la bomba di Gražulis che a 4’30” dalla sirena firma il 74-89 è un’affidabile assicurazione contro qualsiasi rischio. E infatti di pericoli non ne corrono, i biancorossi, tanto che Dalmasson può dare minuti sul parquet anche al baby Arnaldo che griffa il tabellino. Il successo al PalaRadi fa il paio con quello all’Allianz Dome all’andata e non è male sapere che in caso di arrivo alla pari a fine stagione Trieste farà leggere la targa alla Vanoli.
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