Sara Gama torna a casa: «Il calcio è amicizia e divertimento» FOTO E VIDEO

TRIESTE. Aveva 7 anni quando per la prima volta mise piede su questo campo, il campo dello Zaule Rabuiese. Mercoledì 6 luglio Sara Gama, difensore del Brescia capace di vincere tutto il possibile nel calcio femminile italiano e approdato ai quarti di finale di Champions League, è tornata... a casa, accolta dal presidente della società viola Luigi Giani, dal vice Roberto Serbottini e dal ds Alessandro Samez ma anche dal dirigente che vent’anni fa tesserò Sara per la prima volta, Gastone Turcino, e dal suo primo allenatore, Stefano Michelutti. Per Sara è stata una grande festa: il dono di una maglia dello Zaule personalizzata, ma soprattutto l’abbraccio affettuoso della cinquantina di ragazzini che frequentano il camp estivo della società.
«Che bella emozione» sorride Sara tra un autografo e un selfie: «Tutto qua sembra oggi più piccolo, come sempre accade per i posti che hai frequentato quando eri bambina. Come mai scelsi il calcio? Non lo so nemmeno io! A casa non c’era questa grande passione per il calcio però io avevo comunque sempre il pallone tra i piedi. Poi qualche bambino con il quale giocavo era venuto nello Zaule e così anch’io sono approdata qua. Due anni con i pulcini e due anni con gli esordienti. Poi, il passaggio alla San Marco, che aveva il vivaio femminile».
Ne ha fatta di strada, da allora, Sara Gama. Arrivando alla serie A italiana con le friulane Tavagnacco e il Chiasellis prima e approdando al Brescia poi. Quindi, il trasferimento al Paris Saint Germain (non proprio fortunatissimo per una serie di infortuni) e un anno fa il ritorno al Brescia per vincere campionato, coppa Italia e SuperCoppa italiana. E intanto, anche la Nazionale, nella quale è la vicecapitano, che sta lottando per conquistare la qualificazione all’Europeo del prossimo anno in Olanda.
«Adesso - racconta Sara - mi attende ancora una settimana di vacanza, poi ci rituffiamo nella preparazione con il Brescia. L’obiettivo? Provare a rivincere tutto, è ovvio, ma non sarà facile. E poi con la Nazionale ci attendono in autunno due partite decisive per la qualificazione all’Europeo: dobbiamo assolutamente battere la Repubblica Ceca e l’Irlanda del Nord per qualificarci come seconde visto che il primo posto del girone è già della Svizzera».
Ma prima di salutare i bambini del camp dello Zaule (tra i quali tantissime sono le bambine) lancia loro il suo messaggio: «Fare sport significa stare tra gli amici, divertirsi. Questo è lo spirito che deve animare sempre il nostro mondo».
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