Rooney-gol, Inghilterra bruttina ma prima
L’Inghilterra è prima, l’Ucraina esce di scena sentendosi (a ragione) defraudata: il gol decisivo dei bianchi è un grazioso regalo della squadra di casa, ma la rete dell’1-1 non vista dagli arbitri al 17’ st avrebbe potuto riaprire il discorso qualificazione per l’undici di Blokhin.
Rooney subito dentro per l’Inghilterra, Shevchenko in panchina (risentimento a un ginocchio) per i padroni di casa: la sfida di Donetsk inizia senza il grande duello dei bomber, ma nel primo tempo Wayne sembra aspettare l’ex avversario in Premier League, defilandosi troppo e mangiandosi anche un gol di testa al 28’, su cross perfetto di Young dalla sinistra. Carroll sbuffa in panchina, poco convinto dall’accantonamento deciso da Hodgson.
Blokhin dall’altra parte si agita, si sbraccia, si infuria quando i suoi uomini non fanno abbastanza movimento per sparigliare la carte in campo: l’Ucraina passerebbe il turno solo vincendo, ma avere la meglio sui palloni aerei , contro due mostri come Terry e Lescott, è pressoché impossibile. L’Ucraina ci prova, comunque, e arriva al tiro pericolosamente almeno due volte, con Gusev e Yarmolenko, ma senza fortuna.
E quando, nell’intervallo, dicono a Rooney di non aspettare più il collega famoso, Wayne si degna di timbrare il cartellino: dopo due minuti e spiccioli il gol del vantaggio inglese porta la sua firma, ma i veri autori sono Gerrard (pregevole cross basso e teso sottoporta) e il portiere Pyatov, che ha i guanti forse rivestiti di sapone e si fa scivolare la palla davanti alle mani, proprio sulla linea di porta per il comodissimo colpo di testa dell’attaccante del Manchester United.
L’Ucraina sbanda, rischia subito il 2-0 con un contropiede Gerrard-Rooney-Milner, ma al 17’ riesce finalmente a segnare. Solo che... né l’arbitro titolare né l’arbitro di porta se ne accorgono. È un veloce contropiede targato Milevski-Devic: il tiro è deviato dal portiere, Terry recupera alla disperata in acrobazia. Sulla linea o dentro la porta? Dentro, dentro.
Ma siccome la tecnologia viene aborrita dai palazzi del calcio, l’errore umano continua a fare disastri anche aumentando o moltiplicando il numero dei direttori di gara.
Il finale è un generoso quanto vano assalto dell’Ucraina: entra anche Sheva, che però è in condizioni fisiche troppo precarie per incidere.
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