«Qui soffia sempre il vento dell’Europa»
TRIESTE. Tante cose in comune: il nome di battesimo, Milano, una “certa” visione politica, il tifo per l’Inter, l’ammirazione per Trieste e ieri una ulteriore: una barca su cui regatare in Barcolana e cioé Ancilla Domini che ha chiuso al 14.a. Beppe Sala, sindaco di Milano e Beppe Severgnini, editorialista del Corriere della sera e scrittore, alla fine si dicono entusiasti e ben disposti a una chiaccherata. «È stata la mia prima volta in Barcolana - racconta il sindaco - ed è stata un’edizione fortunata: bel tempo, vento propizio. Mi sono trovato in una situazione eccezionale: adrenalinica alla partenza, magnifica nel corso della regata». «La mia è una posizione parziale - aggiunge Severgnini - perché già più volte ho detto che Trieste è la città d’Italia che mi piace di più. Dopo 35 anni di giornalismo in giro per il mondo un po’ di robette le ho viste, ma questa regata è una delle cose che ricorderò più a lungo, al di là della professione. Non sono un velista e infatti ero vestito nel modo sbagliato, ma mi è piaciuto soprattutto quello che voi chiamate vento. Secondo me era l’aria d’Europa che di questi tempi in giro incomincia a perdersi. Qui invece si sentiva e non spingeva soltanto le vele». «Io sono un velista - rimarca il sindaco - e mi sono goduto anche la parte tecnica. Avere a bordo velisti di grandi qualità è stato estremamente piacevole. È un po’ che non andavo a vela, anche perché il il mio lavoro mi ha portato a vendere la barca, ma la nostalgia è sempre forte».
Lo scenario più interessante, per Sala che un’Expo di successo, quella di Milano, l’ha orchestrata, è stato quello di Porto vecchio dove Trieste avrebbe potuto ospitare l’Expo tematica del 2008 poi persa a vantaggio di Saragozza. «Per Trieste è un’opportunità incredibile, la posizione è straordinaria, la città è molto bella potrebbe essere il volano che le fa cambiare marcia. Sono stanco di sentir dire che il turismo è il petrolio dell’Italia, dopodiché succede poco o nulla. È il momento di fare. C’è un unico consiglio che posso dare a Trieste: puntare forte sul Porto vecchio, con attenzione però a farlo con un certo garbo, sono passati i tempi in cui tutto si giocava attorno alla residenzialità». «C’erano due situazioni in cui mi imbattevo in passato ogni volta che venivo a Trieste - rimarca il giornalista - il tram di Opicina fermo e un congresso sul Porto vecchio. È tempo di andare oltre. Ma il sindaco Sala ce lo teniamo noi a Milano, non fatevi venire l’idea che ve lo potremmo prestare. Questa storia dello striscione ad esempio. L’universo dei ragazzi italiani in giro per il mondo è il cuore della mia attività professionale. Se un ragazzo studia a Cambridge e succede quello che è successo. Insomma, lo striscione ovviamente doveva restare lì».
Plausibile che il discorso viri sull’amministrazione delle città: «Ho 58 anni e nella mia vita ho fatto tante cose - sottolinea il sindaco - ma dover amministrare Roma farebbe tremare i polsi anche a me. Forse a Milano è più facile ma in questo momento nella mia città c’è molta ambizione, tutti si rendono conto che in questo momento vi sono grandi opportunità che vanno colte, per cui c’è tanto da fare». «Qui a Trieste lo scontro politico è feroce, lo vediamo anche in queste ore - conclude Severgnini - il confronto a Milano né da parte di Sala, né da quella del suo concorrente (Parisi, ndr) non è mai stato vissuto come una “guerra di religione”. Questo è importante per capire Milano, una città che sa badare ai fatti al di là delle opinioni politiche, che esistono, ma si confrontano in un clima di normalità se si fronteggiano due situazioni accettabili. È un dramma invece quando all’interno di una città ci si incomincia a scontrare sulle scelte civiche e tutto diventa una “guerra di religione”. Abbiamo capito che a Milano non sarebbe stato così quando i cittadini di ogni parte politica (in 15mila dopo la guerriglia No Expo, ndr) sono scesi in strada a cancellare le scritte tracciate da una banda di imbecilli».
Habitué della Barcolana il presidente di Generali, Gabriele Galateri di Genola e la moglie, la manager Evelina Christillin. «Ancora una volta una grande emozione - ha detto Galateri - la più bella edizione alla quale ho partecipato con tutti gli ingredienti per una regata di successo: vento fantastico, barche veloci, sole e una Trieste spettacolare». «La Barcolana - ha aggiunto Christillin - coniuga sportività, competizione, festa popolare, natura. Lo dico come donna di sport, di calcio e di sci, è stata una splendida regata».
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