Quei Giovanissimi alabardati di ieri

Quarant’anni dopo, l’incontro tra quanti allora furono compagni di squadra agli ordini di mister Ulcigrai sul campo di Guardiella

TRIESTE. Tutto è (ri)nato “per colpa” di quella vecchia fotografia postata sui social, non si sa neanche bene da chi, una manciata di mesi fa: lo scatto ritrae i Giovanissimi regionali della Triestina, anno del Signore 1978, forse settembre, annata calcistica ’78-’79. Nell’immagine lievemente ingiallita spicca un gruppetto di quasi quindicenni sorridenti ed entusiasti in maglia rossoalabardata sul terreno ghiaioso del campo di Guardiella.

Si sa come vanno queste cose: qualcuno inizia a commentare, qualcun altro provvede a inserire le tag, poi partono i messaggi e le telefonate. E così, dopo quarant’anni (40!), ecco l’inevitabile, fantastico, quasi surreale raduno: tutti al pub “Red Baron” di via Costalunga, ora “tana” gestita dal ragazzino con la frangetta biondo platino – ormai solo un bel ricordo – che risponde al nome di Mario, libero (sì, quella volta dietro a tutti, davanti al portiere, c’era il libero…) dai piedi forse appena un po’ ruvidi ma dotato di tempismo, visione di gioco, vigore ed estrema concretezza.

All’entrata nel locale l’impatto è notevole: gente che non si vedeva da allora e che si riconosce emozionata al primo sguardo. Sì, perché i capelli forse saranno diventati bianchi (quando e se sono ancora al loro posto), i volti portano le zampate dei decenni, le pance non sono più piatte come quando i mister Ulcigrai e Vagaia ordinavano piegamenti e addominali, la vita ha portato ognuno per una strada diversa, ma gli occhi… Gli occhi, anche se nascosti dietro le lenti da vista, sono proprio gli stessi, col medesimo guizzo da adolescenti. Basta questo per ristabilire all’istante l’intesa che fu.

Abbracci, baci, battute irresistibili (la palma va all’inarrivabile Gianni), risate a crepapelle, ricordi come un fiume in piena, le confidenze più personali, l’elenco dei piccoli successi e delle grandi amarezze accumulati in otto lustri di separazione: la serata tra baldi ultracinquantenni non può che filar via così. Ma è bello, per amici antichi, riassaporare un’atmosfera ormai lontana che, lo sappiamo, dopo queste poche ore di sentito “revival”, non tornerà più: si va avanti, mica indietro. Alla fine i saluti: ancora abbracci – stavolta più forti e lunghi, addirittura intensi – e la promessa di rivedersi prima di arrivare ai 90…

Hanno partecipato, in rigoroso ordine alfabetico, l’estroso Gianni Bonifacio, l’agile Stefano Calcich, il galoppatore Giovanni Calvani, il bomber mancino Lino Carone, lo spericolato Marco Degano, il funambolico Salvatore D’Orso, “tendina” Mario Lapajne, l’agguerrito sangiovannino Alessandro Miozzo, il bisiaco Roberto Orsini, l’imprevedibile Roberto Zacchigna, il preciso Gianfranco Zocco e il capitano Alberto Bollis, che ha anche steso queste righe. (a.b.)


 

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