Pro Gorizia, il sogno Coppa Italia. Franti: «Obbiettivo raggiungibile»

Archiviata la semifinale vittoriosa contro l’Ancona Lumignacco ora gli isontini

sono proiettati alla finalissima di sabato contro il coriaceo Brian Lignano

Marco Bisiach
Bumbaca Gorizia 12_12_2021 calcio ProGorizia vs Ancona Lumignacco Coppa Italia © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 12_12_2021 calcio ProGorizia vs Ancona Lumignacco Coppa Italia © Foto Pierluigi Bumbaca

GORIZIA Il compleanno più atteso, quello con le cento candeline sulla torta, arriverà tra poco più di un anno, nel 2023, e l’ambiziosa Pro Gorizia è determinata a presentarsi alla grande occasione con qualche presenza in più nella sala dei trofei. La prima occasione per contribuire alla causa arriverà sabato 18 dicembre allo stadio “Teghil” di Lignano Sabbiadoro, dove la Pro Gorizia si è conquistata il diritto di giocarsi la finalissima della Coppa Italia d’Eccellenza. Di fronte ci saranno i padroni di casa del Brian Lignano, che si sono sbarazzati del Tamai nell’altra semifinale, mentre la Pro ha rifilato un doppio 1-0 all’ostica Ancona Lumignacco, mai doma nemmeno nel match di ritorno del “Bearzot”. Un bel regalo pure per il presidente Franco Bonanno, che spera così di poter conquistare l’unico trofeo che manca nel suo palmares da massimo dirigente, peraltro già scintillante dai tempi d’oro dell’Itala San Marco. Se l’andata era stata decisa da un calcio di rigore di Jacopo Grion, il ritorno è firmato da un altro “senatori” (ben al di là dell’età anagrafica) del gruppo di Fabio Franti, ovvero Mattia Samotti, chirurgico nell’insaccare il diagonale decisivo a inizio ripresa, mettendo a quel punto in discesa una partita nella quale in realtà la Pro Gorizia non ha esattamente brillato come tante altre volte.

«Arriviamo ad una finale che credo di poter definire meritata, per tutto quello che abbiamo fatto durante il torneo, anche se in quest’ultima occasione non abbiamo giocato una grande partita – l’ammissione di mister Franti –. Certo la posta in palio era alta, qualcuno può essere stato frenato magari dall’emozione, o può aver inciso il fatto che più di un giocatore era in diffida. Sta di fatto che sabato in finale dovremo offrire una versione di noi stessi decisamente diversa».

Franti rende comunque onore anche all’Ancona Lumignacco: «Sono stati veramente bravi, hanno dato tutto anche se pagavano alcune assenze, e sono stati capaci di metterci in difficoltà in entrambe le partite di semifinale».

La Pro Gorizia arriva alla finale a testa alta, anzi, altissima. Con l’1-0 del “Bearzot” la compagine isontina si conferma imbattuta avendo vinto tutte le partite di Coppa Italia sin qui disputate. In attesa della più importante, ovviamente, l’ultima. Perché i biancoazzurri ricordano ancora come una ferita aperta il ko ai rigori (peraltro proprio sul terreno di casa) che nel gennaio 2018 tolse in finale la Coppa Italia di Promozione, finita nelle mani della Pro Cervignano, in una delle stagioni più esaltanti dell’era Coceani. Contro l’Ancona Lumignacco la Pro è stata brava anche a schivare l’insidia dei cartellini gialli, evitando squalifiche pesanti per la finalissima pur scendendo in campo con ben cinque diffidati: da Lucheo ad Aldrigo, da Bradaschia a Duca, fino a Jacopo Grion. Ci saranno tutti, invece, al “Teghil” di Lignano. In una di quelle giornate che potrebbero entrare di diritto nella storia quasi centenaria della società della Campagnuzza.

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