Pesano come un macigno due rigori non dati da Sozza

Silvano Trieste 2019-06-09 Triestina - Pisa
Silvano Trieste 2019-06-09 Triestina - Pisa



Quante volte nel calcio abbiamo sentito parlare degli “episodi” come la variabile determinante per spezzare l’equilibrio di una partita e di conseguenza, i destini delle due contendenti in campo. In una stagione in cui la Triestina non può certamente ritenersi fortunata con gli episodi, neppure all’ultimo, decisivo atto della stagione la sorte ha arriso all’Unione. Anzi. Una situazione in particolare grida vendetta, e anche semplicemente con l’ausilio Var, l’Unione avrebbe beneficiato quantomeno di un rigore. E forse sarebbe stato il rigore della B. Al Pordenone accadde qualcosa di simile due anni fa, quando fu sportivamente parlando defraudato e il Parma lo eliminò. Smaltita la delusione, la Triestina dunque si appellerà alla storia che più volte nel calcio ha dettato un insegnamento, prima nega e dopo dà.

Ma cosa è accaduto nel merito di questo amaro Triestina-Pisa? Partiamo dal metro valutativo del direttore di gara, il signor Sozza di Seregno con cui l’Unione aveva già incrociato il destino a ottobre, quando, ospite la Ternana al Rocco, non le venne assegnato un rigore evidente nel finale di gara sul punteggio di 1-1, rigore di fatto “tramutato” in punizione appena fuori il lato corto di destra dell’area di rigore. Fin dalle prime battute direzione all’inglese con pochi fischi, un paio di interventi rudi da parte dei pisani sono stati perdonati nel primo quarto d’ora. Da questo punto di vista, toscani più furbi dei rossoalabardati ad adeguarsi al metro, alla lunga il ricorso poco frequente al fischietto è risultato infausto ai ragazzi di Pavanel. Al 56’ il rigore per la Triestina sotto 1-0. Maracchi nel tentativo di scaraventare il pallone verso la porta è colpito dall’intervento scomposto di De Vitis. Il rigore è solare e Granoche trasforma sotto la curva dei pisani. Poco da dire anche sull’espulsione di Lambrughi, costretto al fallo da ultimo uomo per evitare il tu per tu di Marconi con Offredi a nove minuti dalla fine. Espulsione e punizione dal limite sull’1-1. E’ però nell’ultimo spicchio di gara, in parità, che la Triestina può gridare vendetta. All’85’ una bella combinazione Costantino-Procaccio porta alla conclusione mancina l’ex Borgosesia dai 13 metri. Il pallone batte chiaramente sul braccio largo di Buschiazzo. Con il pallone indirizzato verso la porta e il nuovo regolamento, il rigore era netto. Il direttore di gara vede ma con la gestualità delle braccia nega gli estremi del tiro dagli undici metri. Altro errore tecnico al terzo di recupero. Ancora Procaccio entra in area di rigore sul versante destro, De Vitis va in tackle scivolato. Le immagini da più angolazioni consegnano delle certezze. De Vitis non tocca mai il pallone e pare voler togliere il piede all’ultimo. Procaccio cade. Se non è stato valutato falloso il contatto tra i due piedi destri, allora sarebbe dovuta scattare automatica la simulazione dell’alabardato. Errori che aumentano il rimpianto giuliano. Errori, che come ha rimarcato saggiamente Milanese in conferenza stampa, saranno esperienza per la Triestina del prossimo campionato. —





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