Parla il velista Vascotto: «Nuove regole in Coppa America: serve chiarezza»
TRIESTE È un Vasco alle prese con la burocrazia quello che sta preparando la partenza da Auckland per rientrare in Italia. La prenotazione del tampone, una logistica non semplice vista la mancanza di voli su Ronchi e l’organizzazione della quarantena non lo distolgono tuttavia dal pensare all’esperienza fatta e soprattutto guardare al futuro della prossima America’s Cup.
«È normale che appena finisce una Coppa si parli immediatamente di quella successiva - afferma - Si esprime la propria volontà, ma quello che conta sono le regole che verranno emanate tra sei mesi. Solo in quel momento i team decideranno il da farsi».
Prima di guardare avanti qual è il bilancio di questa Coppa per il Luna Rossa Prada Pirelli Team?
Abbiamo perso, ma quando si perde bene il morale resta alto. Stiamo già ragionando su quali aspetti hanno funzionato e quali vanno modificati per affrontare una nuova sfida
Se Luna Rossa ci sarà anche Vasco ci sarà?
È stata un’esperienza fantastica dalla quale ho imparato molto. Ho avuto la fortuna di essere sempre in quel gruppo ristretto di tre o quattro persone che avevano la parola finale e questo mi ha permesso di vedere tantissimi aspetti di questa campagna. Ora mi manca la barca e vorrei regatare un po’, compatibilmente con la situazione sanitaria. Tra un paio di mesi tutto sarà più chiaro.
Intanto i britannici di Ineos sono diventati il nuovo Challenge of Records
Si sono presi una grande responsabilità e noi lo sappiamo perché abbiamo rivestito questo ruolo. Tutte le nuove regole andranno discusse e anche se sono entrambi anglofoni mi sembra parlino lingue diverse. Trattare con i neozelandesi non è semplice.
Alcune regole sono già state cambiate. Ha fatto discutere quella sulla nazionalità dove si prevede che il 100% dell’equipaggio sia nazionale o con stranieri che al 19 marzo 2021 avessero già il passaporto
Credo sia una regola che aiuta i neozelandesi i quali non vogliono perdere i loro pezzi da novanta. Non è un romantico ritorno a una sfida tra Paesi. In più vale per l’equipaggio a bordo e non per l’intero team e abbiamo visto quanto i designer contino
Conteranno sempre di più visto che – altra nuova regola – ogni sindacato potrà varare una sola nuova barca?
Bisognerà avere idee molto chiare. Certo non servirà tutta la fase evolutiva, ma ciò non toglie che i designer dovranno essere molto esperti e vanno messi al lavoro subito a prescindere dalla data nella quale si disputerà la Coppa.
Gli italiani venderanno una loro barca?
Ci sono già state proposte di acquisto e decideranno Patrizio Bertelli e Max Sirena. Se si vogliono nuovi team questo è un passo necessario altrimenti è impossibile che qualcuno si avvicini senza avere un bagaglio di conoscenze dal quale partire.
Qualcuno propone la possibilità per ciascun team di competere con due barche sullo stile della F1
New Zealand è sempre stato molto attento al budget complessivo, che è già alto con una barca. È mia opinione che non si riuscirebbe a creare un’economia di scala, ma i costi duplicherebbero.
Un altro tema che ti ha visto coinvolto in prima persona è quello del tattico a bordo
Il tattico a bordo apre una serie di problemi: si deve muovere per vedere il campo, toglie potenza perché andrebbe messo al posto di un grinder. Tutte le nuove idee insomma devono passare da dei compromessi. Inoltre i neozelandesi vorrebbero abbassare il numero di persone a bordo. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo