Paolucci, dall’Alabarda a direttore del Rapid Vienna «Qui vale la meritocazia»

TRIESTE. Dai campi di Terza Categoria all'Allianz Stadion di Vienna. Il salto compiuto da Riccardo Paolucci è davvero notevole. Il 59enne romano di nascita, ma triestino d'adozione, sarà il nuovo direttore sportivo della squadra più blasonata d'Austria: il Rapid Vienna. Arrivato dal Latina (serie C) a Trieste nel 1979, dopo essere cresciuto nell'Almas Roma, Paolucci si è visto precludere la carriera da un brutto infortunio ai legamenti. Numismatico di professione, dopo una esperienza da allenatore con le giovanili del Leeds United, il romanista verace è tornato a nel capoluogo giuliano nel 2007. Da lì è iniziata una serie di collaborazione con le giovanili di Polisportiva Opicina, Pomlad, Triestina, Sistiana Sesljan e Campanelle. Tra i dilettanti ha invece successivamente navigato sempre tra la Seconda e Terza Categoria lavorando con Aurisina, Alabarda Calcio e Campanelle, dove ha chiuso la sua esperienza col calcio triestino. «A Trieste mi hanno sempre accusato di essere troppo professionista, ma anche nel mondo dei Dilettanti ci vuole la massima serietà. Detto questo, un po' per le nuove generazioni che non mi piacciono affatto e anche per il fatto che nel rapporto tra la Federazione e le società ci sono figli e figliastri, ho deciso di chiudere il mio rapporto calcistico con la città», racconta Paolucci. Nel mentre, tramite un amico di liceo residente a Udine, si apre una nuova opportunità: fare il direttore sportivo del Golling, società di quarta serie dell'omonima località del Salisburghese. «Ho colto l'occasione al balzo. In Austria ho fatto il patentino di Uefa B e col Golling mi sono tolto diverse soddisfazioni. Qualche mese fa ho iniziato il corso per diventare Uefa A e poco dopo mi è stata offerta questa incredibile opportunità di fare il direttore sportivo del Rapid Vienna, che è a tutti gli effetti la Juventus austriaca», spiega Paolucci. Soprattutto grazie ad una ottima padronanza dell'inglese ed una buonissima infarinatura del tedesco, l'ex ds dell'Alabarda si sta dunque facendo strada in un calcio che è sempre più in crescita come testimoniano i risultati del Red Bull Salisburgo e della nazionale maggiore, quest'ultima ad un passo dalla qualificazione ai prossimi Europei. Nostalgia di Trieste? Paolucci non ha dubbi: «Tornerei per lavorare solamente con due società, ma in realtà il prossimo anno farò 60 anni. Tra un paio di anno appenderò il patentino al chiodo per fare largo ai giovani. Tante volte mi hanno detto che per la mia visione del calcio sono il classico Don Chisciotte che lotta contro i mulini a vento, però sicuramente affermare che in Austria ho trovato più meritocrazia che in Italia». —

R.T.

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