Pallacanestro Trieste, attenzione alla Virtus: ha fame di riscatto

Le Vu Nere vogliono rialzarsi dopo i ko in campionato con Napoli e in Eurolega con il Maccabi Tel Aviv. Nella Segafredo, da tenere d’occhio il rientrante Clyburn

Raffaele Baldini
Dusko Ivanovic, coach della Virtus Bologna
Dusko Ivanovic, coach della Virtus Bologna

Cosa potrebbe esserci di peggio che trovarsi una Virtus Bologna arrabbiata dopo le sconfitte in campionato (a Napoli per 93-88) e in Eurolega contro il Maccabi Tel Aviv a Belgrado (77-67)? Potrebbe piovere…

Ecco, per un senso traslato, la pioggia potrebbe essere rappresentata dal ritorno di Will Clyburn, già 27 minuti in campo a Belgrado e discretamente a posto fisicamente (autore di 13 punti). Le parole di coach Ivanovic post Maccabi avvalorano il principio di una sfida, quella di questa sera, ammantata da connotati psicologici: «Non abbiamo avuto la mentalità di squadra. Soprattutto nel terzo quarto si sono comportati come perdenti. Non mi piace la mentalità di alcuni giocatori. Per me ogni secondo di ogni partita è importante, per certi giocatori invece le partite non sono importanti, e questo non è accettabile».

La Virtus è a uno spartiacque, o svolta con Trieste, o è crisi. C’è da aspettarsi quindi una partenza forte dei felsinei, o perlomeno negli intenti, giocando la pallacanestro più redditizia, quella che predilige il gioco vicino al ferro con Ante Zizic (che fece molto male ai giuliani nel match di andata), Toko Shengelia e Will Clyburn, ovviamente senza tralasciare Mouhamet Diouf, che però non è certo rientri nei 12 in canotta bianconera.

La Segafredo è prima in serie A nel tiro da due punti con un inarrivabile 59.1%, pur considerando che Johnson e soci non sono da meno con un ottimo 55.7% (4°). Paradossale che Bologna viva a trazione “lunghi”, pur andando molto male a rimbalzo (12° in serie A con appena 34.5 carambole prese per partita); i triestini potrebbero speculare su questo aspetto forti dei 38.9 ad allacciata di scarpe. Per contro i biancorossi giuliani hanno due “falle” statistiche che pesano come macigni, in quasi tutte le sconfitte stagionali: le palle perse, per cui gli uomini di coach Christian capeggiano la graduatoria con 14.7 (primi per distacco…) e le percentuali ai tiri liberi (72% per il penultimo posto nella massima serie); avendo di fronte avversari scaltri come Alessandro Pajola, o altri dallo spirito pugnace come Daniel Hackett, la gestione dei palloni per Ruzzier e soci diventa di importanza capitale. Poi, se la sfida si porterà sui binari dell’equilibrio, ecco che le gite a cronometro fermo in lunetta, potrebbero essere decisive.

Se dovessimo considerare l’uomo barometro della Virtus Bologna? Certamente Isaia Cordinier, atleta molto difficile da marcare e, se messo in ritmo, devastante da ogni parte del campo.

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