Calcio e basket: strade diverse, stessi problemi
Una sola cosa accomuna le due Trieste ed è la piaga che la città si porta dietro da una vita: la certezza della sostenibilità economica

Il cammino delle due Trieste, quella del calcio e quella dei canestri, si separa definitivamente a tre quarti stagione. La dicotomia ha una data precisa ed è quella di sabato 23 marzo, segnata dalla secca sconfitta dell’Unione nella patria di un delizioso formaggio e del trionfo casalingo della cinquantenne PallTrieste proprio con quelle V nere bolognesi contro le quali si infranse l’incredibile sogno promozione nel 2017, quando la più underdog della serie A/2 era stata protagonista di un’esaltante cavalcata ai play-off.
Da sabato scorso la Triestina ha un solo obiettivo: la salvezza, cercando di evitare l’azzardo dei play-out. La PallTrieste quello di coronare una sinora eccellente stagione centrando i play-off scudetto, partendo dalla miglior griglia possibile, per restare in gioco il più a lungo…possibile!
Due obiettivi clamorosamente diversi, rispetto a quelli che le due “amate” si erano poste in estate: il calcio sognava il gran salto, forte di una munifica proprietà, mentre il basket disegnava zitta zitta un roster coi fiocchi, dando fiducia in primis ad un coach che l’anno passato contava molti più critici che estimatori. Il 23 marzo 2025 ha dunque ribaltato il tavolo. Trieste ne deve tener conto e pare abbia preso nota.
Tocca adesso a Tesser giocarsi sul prato del Rocco tutte le sue carte: la migliore che ha tra le mani è il rispetto di squadra e tifosi nei suoi confronti, nonostante la società gli stia togliendo con i suoi pasticci 5 sanguinosi punti, che rischiano di fare alla fine tutta la differenza del mondo.
Mentre a coach Christian ed ai suoi fidi tocca semplicemente andare avanti, tenendo quel passo che nove squadre su sedici paiono non voler perdere nelle sette partite che mancano da qui alla fine della regular season. Accade tutto in un campionato che la A/1 non vedeva così equilibrato da molti anni a questa parte; letteralmente spaccato in due tra corsa scudetto e sprint salvezza.
Una sola cosa adesso continua ad accomunare le due Trieste ed è la piaga che una città deindustrializzata come la nostra si porta dietro da una vita: la certezza della sostenibilità economica. Quella che accomuna due proprietà non locali. Il calcio ha problemi ed alcuni punti interrogativi a breve scadenza; il basket nasconde i primi malumori di un proprietario sino ad oggi generoso che ora ringrazia soprattutto il primo sponsor della squadra, vale a dire il suo meraviglioso pubblico.
Mister Matiasic di marchi ne vorrebbe qualcun altro vicino, in aggiunta a quelli che già leggiamo su maglie e pantaloncini. Perché li ritiene insufficienti nel processo di crescita che ha in testa. Appelli come quelli dell’attuale presidente li abbiamo già ascoltati in passato. E conosciamo anche le risposte date dai possibili destinatari, che in coro si sono limitati a dire: abbiamo già dato…!
Riproduzione riservata © Il Piccolo