Pallacanestro Trieste al Forum accarezza il sogno per 28 minuti, poi è solamente Milano
I biancorossi per oltre metà partita tengono il passo dei campioni d’Italia
Alla fine la stanchezza e la maggior classe dell’EA7 fanno la differenza (98-81)

ASSAGO. Ventotto minuti di sogni, fatica, invenzioni, difesa. Illusioni? Vabbè, anche illusioni perchè se per metà partita tiri da tre con il 50 per cento una mezza speranziella di ripetere l’impresa del gennaio 2021 magari affiora. Ma le partite, ahinoi, di minuti ne durano 40. E se sei Milano, con la sua classe, talento, personalità, mentalità vincente e rotazioni, alla fine vinci schiantando l’avversario in poco più di dieci minuti.
La Pallacanestro Trieste oppone il cuore ma per reggere su un palcoscenico come il Forum bisogna durare fino alla sirena finale. Se invece capita, come è successo, che qualcuno giri a vuoto, chi spinge il carrozzone, dopo tre quarti di partita, ha la lingua fuori.
Ad Assago Legovich conferma il quintetto di partenza con i tre esterni Usa insieme. Gaines scalda la mano e il match con una tripla di benvenuto, poi una difesa contemplativa su Hall e tre possessi sprecati di fila, oltre all’ingenuità di Spencer che commette due falli in tre minuti, portano Milano avanti 7-3. Cliente tosto Pangos per Davis, i biancorossi comunque non mollano, replicano grazie a una buona vena dai 6,75 e con una bomba di Pacher impattano al 7’ a 16. I mis-match penalizzano Trieste che a due minuti dalla fine del primo quarto saluta il ritorno di Alessandro Lever. Arriva da Voigtmann l’allungo per l’EA7, un gioco da tre punti di Vildera chiude il parziale sul 25-19 per Milano.
Legovich schiera Bossi e Davis insieme, tenendo in panca Bartley e Gaines. L’alleggerimento della pressione ringalluzisce Davis. Ma arriva da Pacher (che compone il ticket lunghi con Lever) l’impronta più incisiva, Trieste prende coraggio, concede meno in difesa e e dal meno 8 risale fino al sorpasso sul 30-33 al 17’. Attenzione, le luci del Forum si accendono su Bartley: due liberi e un gran recupero chiuso a canestro alimentano l’allungo biancorosso. Sotto i tabelloni Pacher non arretra di un centimetro, la squadra di Legovich ha dimostrato nelle ultime uscite di saper far male in contropiede. Magia di Davis (32-39 al 18’), Milano in confusione tale che Messina è visibilmente seccato. Peccato che Bartley in un eccesso di confidenza si faccia rubare il possesso della possibile doppia cifra di margine. Il buon Frank per farsi perdonare va a stoppare il sottomano di Pangos ma Mitrou-Long recupera palla e mette la tripla. E la rimette subito dopo. Ma ancora Bartley sulla sirena dell’intervallo lungo dà corpo ai sogni dei tifosi triestini al Forum (38-42).
Nelle rotazioni difensive qualche volta i biancorossi si perdono l’uomo sull’arco dimenticando che Milano è...Milano. Campione d’Italia in carica e team di Eurolega. Ce n’è abbastanza per castigare pure un battito di ciglia. Nei primi tre minuti del terzo quarto Trieste subisce gli stessi punti (13) che aveva concesso nell’intero secondo parziale (51-48 23’). Ma i biancorossi hanno gambe e soprattutto testa sul match, registrano la difesa e rientrano. La stoppata di Bartley su Pangos e il suo slalom a canestro, come diceva uno storico spot, non hanno prezzo. Al 28’ Trieste è con dignità di nuovo avanti 55-57. Comincia però ad affiorare un po’ di stanchezza soprattutto in Davis e Bartley. Due attacchi sprecati, il quarto fallo di Lever avverte che naturalmente deve ancora ritrovare il ritmo campionato. Pangos e Mitrou-Long non perdonano e impacchettano il break di 10-2 che fissa il 65-57 al 30’.
Devon Hall decide che deve mettere il marchio sull’ultimo quarto. Otto punti e per la prima volta Trieste si trova a rincorrere uno scarto doppio (72-61 33’). L’unico guizzo di entusiasmo ai cuori triestini lo restituisce il risentire, per riempire lo spazio di una retina da riaggiustare, le note del buon vecchio Gigi D’Ag che accompagnarono pagine di gloria biancorossa...
Trieste non ne ha più, Legovich rimette il poco utilizzato Gaines ma la partita ha già preso una chiara destinazione. Il divario si gonfia a dimensioni ingenerose per una squadra che per due quarti e mezzo se l’è giocata alla pari con Milano. D’accordo, non era questa la partita da vincere. Restano spunti per lavorare nella settimana che porta al confronto interno di sabato con Brescia.
Ieri a Trento la Virtus Bologna ha presentato Ruzzier nei 12 per coprire il parco italiano a referto. Minuti giocati: zero. Conosciamo posti dove sarebbe più utile.
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