“Nonno Claudio” da 45 anni al servizio dei baby calciatori
«Quando alleni i ragazzi da 45 anni interrotti capisci che sei una persona davvero fortunata». Claudio Ribarich è una istituzione del calcio triestino. A coronamento di una passione iniziata nel lontano 1975 con i Pulcini e gli Esordienti dell’Inter San Sergio, “nonno” Claudio ha ricevuto poco tempo fa dalle mani dell’amico Maurizio Costantini, presidente dell’Aiac Trieste, il premio alla carriera, un riconoscimento “per l’attività instancabile e pluridecennale di formazione di giovani calciatori, esempio di abnegazione, passione, competenza ed incarnazione valori sportivi ed umani”.
Nato a Trieste il 9 ottobre 1948, Ribarich, dopo dieci anni di militanza al San Sergio come mediano esterno, si sposta al Campanelle, iniziando però l’avventura sulla panchina delle giovanili dell’Inter San Sergio. Un rapporto che prosegue tutt’oggi con il ruolo di direttore tecnico del settore giovanile e coallenatore della squadra Under 14 del Ts&Fvg Football Academy, società nata nel luglio 2017 da una costola dell’asd Trieste Calcio, erede del San Sergio.
«Il calcio è cambiato, è di molto. Da un punto di vista tecnico c’è molto più movimento e velocità. I ragazzi forse hanno meno fame di questo sport rispetto a quasi mezzo secolo fa, anche perché ci sono più input. Però devo dire che se uno ha voglia di fare e ha i mezzi può ambire a risultati importanti», racconta Ribarich.
Tra i giocatori passati sotto i suoi insegnamenti c’è un giocatore come Giacomo Calò, talentuoso centrocampista di proprietà del Genoa girato in prestito alla Juve Stabia dove sta facendo faville: «Giacomo era incredibile. Lui è un 1997, ma ricordo perfettamente che ds pulcino, dopo un paio di allenamenti, decisi di inserirlo con i giocatori classe 1995. Non ho vergogna ad ammettere che a un certo punto ero io ad imparare da lui. Un vero talento».
Ma quanto conta il ruolo di un allenatore? «Conta tanto può contare un bravo insegnante a scuola. Se uno studente non è bravo o magari ha potenzialità ma è pigro ecco che un insegnante che sa stimolarlo è un bravo insegnante. Questo vale anche per gli allenatori».
Sul rapporto con i genitori “nonno” Claudio è altrettanto fermo: «Rispetto ad una volta i genitori si intromettono molto nel nostro lavoro. Le mamme, poi, sanno tutto di calcio… Sta agli allenatori e ai dirigenti delle società calcistiche trovare il giusto equilibrio in modo tale da far rispettare i ruoli di ciascuno».
Tra le tante soddisfazioni accumulate negli anni il tecnico triestino ricorda i sette giocatori classe 2004-05 portati in società professionistiche, e il lavoro svolto con Miloš Tul «il più bravo allenatore di tutto il Friuli Venezia Giulia». Con un passato da campione italiano di Danza Sportiva, Ribarich pensa al futuro: «Non vedo l’ora di vedere mio nipote Leonardo calcare i campi di calcio. Ha solo 4 anni ma è già molto interessato». –
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