Nocelli, il figlio d’arte dell’handball «A Trieste per fare grandi cose»

Autore di un ottimo precampionato, il 22enne di Cingoli è un predestinato con papà Nando giocatore-allenatore e mamma Giorgia bandiera azzurra
Lorenzo Gatto

TRIESTE

Ha già conquistato tutti nel suo primo mese di permanenza a Trieste.

Lorenzo Nocelli, uno dei colpi di mercato della rinnovata formazione della Pallamano Trieste guidata da Fredi Radojkovic, si è messo a disposizione della sua nuova società disputando un grande precampionato. Giovedì sera a Umago ha dato il suo solito contributo nella sconfitta, 25-22, rimediata dai biancorossi in Croazia.

Nato a Cingoli dove ha iniziato a giocare a pallamano, Nocelli è un predestinato visto che papà Nando è stato prima giocatore di buon livello e adesso allenatore e mamma Giorgia è una delle indiscusse glorie della pallamano femminile italiana con quasi 70 presenze in nazionale.

«La cosa che pochi sanno – racconta Lorenzo – è che da piccolo i miei hanno provato a farmi innamorare di altri sport. Ho provato il tennis, ho fatto qualche allenamento a calcio ma per me, cresciuto in palestra, la pallamano era una scelta naturale».

LE GIOVANILI

Cresce a Cingoli, ottenendo la convocazione nelle nazionali di categoria e si mette in evidenza. Arriva il momento di lasciare casa, Lorenzo si trasferisce prima a Carpi poi, dopo la stagione del ritorno a Cingoli, lo scorso anno firma per giocare a Merano.

«Beh, a Merano mi sono trovato bene – confessa – grazie allo straordinario legame instaurato con Jürgen Prantner. E sarei rimasto. Nel marzo scorso l’orientamento della società sembrava andare in direzione di una conferma poi ai primi di giugno è arrivata la doccia fredda. Mi ha chiamato il presidente e mi ha detto che, per diversi motivi, non si poteva più continuare. Li ho avuto un po’ d’ansia: tante società si erano già mosse e c’era il rischio di non trovare squadra».

L’ARRIVO A TRIESTE

«Per la prima settimana non ho sentito nessuno, poi le richieste hanno cominciato ad arrivare. Cingoli mi ha proposto un ruolo importante per tentare la scalata alla serie A, ho sentito Carpi, si sono fatte vive Bressanone e Siracusa. Poi, improvvisa, la telefonata del direttore sportiva Giorgio Oveglia. Mi ha spiegato il progetto e la volontà della società di ringiovanire la rosa. Ci ho pensato due giorni, mi sono chiesto quale posto migliore avrei potuto trovare per andare a giocare a pallamano. Società di grande tradizione con un allenatore che ho avuto in nazionale e che stimo come Fredi Radojkovic. Ho accettato con entusiasmo e l’avventura e cominciata».

SPOGLIATOIO

«Arrivare a Trieste è sicuramente impegnativo – sottolinea Nocelli –. Entri in uno spogliatoio importante, con giocatori come capitan Visintin o Dapiran che hanno nome, personalità e carisma. Eppure mi sono trovato benissimo, sia col gruppo che assieme allo staff. Il mio ruolo? Lavorare sodo per guadagnarmi fiducia e spazio. Non chiedo nulla se non la possibilità di giocarmi il posto».

Impegno, serietà e dedizione al lavoro che hanno colpito tutti in un precampionato nel quale Lorenzo ha giostrato sia da centrale che da terzino mettendo in buona evidenza le caratteristiche di velocità ed esplosività che sono il suo punto di forza.

LA CITTÀ

Non solo pallamano, in questo suo primo mese, ha cominciato a conoscere Trieste e si sta integrando in un ambiente completamente nuovo. «Ci sono più semafori qui che persone a Cingoli – scherza – è una battuta ma è vero che dopo aver sempre vissuto in posti piccoli devo abituarmi. La città è bellissima, ci vorrà del tempo ma sto pian piano imparando a conoscerla».

GLI STUDI

Non solo pallamano, per Nocelli la stagione con la Pallamano Trieste sarà l’occasione per continuare a studiare Scienze motorie a Gemona del Friuli.

«L’idea per il futuro? Il mio desiderio – conclude – sarebbe quello di fare il massofisioterapista. La carriera come giocatore di pallamano è ancora lunga ma intanto studio per raggiungere il mio obiettivo». —



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