Muggia, c’era una volta il derby Le sfide Fortitudo-Muggesana
Le stracittadine tra i granata comunisti e i verdearancio democristiani infiammavano lo Zaccaria. I protagonisti: «Oggi la sfida la facciamo a tavola, ci ritroviamo ogni anno»

TRIESTE. C’era una volta… anzi no, due. Già, perché calcisticamente, a Muggia, il numero di riferimento è il due, quello che identifica le realtà calcistiche che, per tanti anni, hanno infiammato per la loro rivalità, la “capitale istro-veneta”. Tredicimila abitanti, su altrettanti metri quadrati di territorio, con quegli ottomila, sulla via dei Mulini, in località Piasò – oggi intitolati a Paolo Zaccaria ed opera di dirigenti e soci della Muggesana – alla domenica diventano centrali. Più o meno coetanee – Muggesana qualche mese più anziana della Fortitudo – attive nel dopoguerra, raccoglievano l’eredità di squadre nate prima del secondo conflitto mondiale: la prima si portò dietro i colori verde e arancio dell’antenata “Stuparich”, la seconda assorbì molti giocatori di Internazionale, Edera, Ideale, Pro Muggia e San Rocco sotto il nome di Circolo Luigi Frausin. Senza dimenticare Giordano Pacco fondatore dei granata, o Vittorio Gasvodich primo presidente dei verdearancio, due sono le figure di riferimento: Galliano Donadel, presidente della Fortitudo dal 1957 e Italico Stener, vertice della Muggesana dal 1970, personaggi davvero unici per la passione che dedicarono alle loro due squadre.
Passione che infiammava le stracittadine: difficile ricordarseli tutti, ma ogni volta che si giocavano, intorno al campo c’era tutta Muggia. Così li ricordava Galliano Donadel, una forza della natura prestato al calcio dal suo amato ciclismo: «…era la partita dell’anno – si legge in “Eterne Passioni”, il libro che gli è stato dedicato dai figli Igor e Ivana, superstar del basket femminile nazionale – il piccolo campo di Muggia presentava un colpo d’occhio incredibile… Per gran parte dei tifosi, erano i comunisti contro i democristiani… Il derby di Muggia era questo! E se vincevamo, festa al “Verdi” e prese in giro tra i tifosi fino alla gara successiva». Oggi niente più derby in campo ma… al massimo a tavola, perché i giocatori delle due formazioni non hanno perso la voglia di rivedersi puntualmente. Tanti i protagonisti, tra ricordi e battute: guardando una foto della raccolta di Valter Matkovic, classico “10” granata, tutti esclamavano: «Ciò, I Bronzi de Riace», riconoscendo Borroni e Abrami. Giorgio Covacich, allenatore granata per sei anni: «Un bel periodo – ricorda – con giocatori davvero notevoli ed un grande clima: dalla seconda fino ai cinque anni in promozione ed avevo due angeli custodi, Igor Zugna e Lucio Viola, i dirigenti che seguivano la squadra». Proprio Igor Zugna ha un ruolo centrale nella storia del calcio muggesano: maglia granata da giocatore, allenatore e dirigente: «Ricordo un derby davanti a 3000 spettatori stipati in tribuna – racconta – finito a reti inviolate, in cui sbagliai il gol a porta vuota. E non posso far finta di niente perché mi fotografarono nel momento... Quando segnava la Fortitudo, sentivano l’urlo fino in piazza». Ne ha disputati tanti da giocatore Marzio Potasso: «Ho capito cosa significava – sottolinea – al mio primo anno in verdearancio: se ne parlava già da un mese. Stadio pieno, perdemmo 2-0, segnò anche Iannuzzi, ma al ritorno fu rivincita, con un gol di Verbich ed uno del sottoscritto». Angelo Iannuzzi, ne disputò sei: «Vincevi il derby – ricorda – è anche la retrocessione sarebbe stata digerita: poi il giorno dopo, sai che passeggiate a testa alta nelle calli. Uno me lo ricordo in particolare: la sera prima c’era stato il saggio di judo di mio figlio ed alla fine una cena con tutti i genitori. Se conosci Muggia, sai che tutti hanno una cantina da farti conoscere: fu così anche quella volta e tornai a casa quasi al mattino. La domenica inguardabile, ma nemmeno i compagni erano in giornata. Insomma, sconfitti». Muggia, il Carnevale ed i derby: quelli della Fortitudo con la Brivido, quelli della Muggesana nell’Ongia. «Uno degli ultimi derby – dice Potasso – fu proprio durante il Carnevale: c’era un’atmosfera davvero particolare. Anch’io ho preso parte due volte al corso mascherato: la prima volta il tema era “I sette nani”, l’altra “Lo Zecchino d’Oro “e vincemmo». «Ero giovanissimo quando arrivai a Muggia – racconta Fabio Dapas – e di derby ne ho fatti parecchi ma erano i muggesani a viverli più intensamente. Me ne ricordo uno vinto 3-1 e nell’altra porta c’era Ciso D’Ambrosi: ecco, mi viene un po’di malinconia a pensare a tutti quelli che erano in campo e oggi non ci sono più…». Nei ricordi di Paolo Stefani, diesse della Muggesana, un episodio che la dice lunga sulle sfide: «Era proprio l’ultimo ad esser disputato – ricorda – non era di campionato ma di Coppa. Vincemmo 2-1 ed alla fine, un dirigente della Fortitudo, per la rabbia, diede un calcione al secchio d’acqua…» Storie da derby, oggi solo ricordi.
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