Mitja Gialuz: «Superata la prova-sicurezza, squadra eccezionale»
TRIESTE. Chi l’avrebbe detto che dopo quel sabato da tregenda sarebbe uscita una Barcolana così bella e spettacolare? «Sabato sera sono andato al concerto di Max Gazzè per prendermi una parentesi di tranquillità dopo una giornata tremenda - spiega il presidente della Svbg, Mitja Gialuz -, impegnativa sotto tutti i punti di vista. Abbiamo spostato 150 barche per metterle in sicurezza, abbiamo organizzato le squadre di assistenza, insieme alla Protezione civile, tutte le istituzioni ci hanno supportati e siamo riusciti a non registrare neppure un danno, nonostante la nottata difficile. E oggi (ieri, ndr) è stata una Barcolana eccezionale».
Dopo tre Barcolane di bonaccia, un’edizione particolarmente performante e interessante.
Credo sia stata la più tecnica di sempre e più difficile da interpretare. Vasco Vascotto era in uno stato di grazia, è partito benissimo, ha fatto tutte le scelte perfette al millimetro ed è giustamente arrivato davanti a tutti gli altri. Una Barcolana di grande spessore tecnico, con un arrivo bellissimo ed emozionante davanti a piazza Unità. Un’immagine magnifica della città, con il sole uscito nel primo pomeriggio dopo la pioggia della mattina.
Non si era mai vista, in passato, quest’attenzione così massiccia alla sicurezza e alla prevenzione, fino ad arrivare a chiudere il Villaggio...
Abbiamo curato in primis la sicurezza in mare e a terra. E devo dire che tutti gli armatori e il personale a terra hanno dimostrato grandissima responsabilità. Un evento che cresce, tutti assieme: istituzioni, organizzatori, armatori e cittadini.
Dopo il record di iscritti del 2001 si disse che si era raggiunto il limite fisiologico, andare oltre avrebbe voluto dire perdere il controllo della situazione. Lo pensa anche lei, dopo la prova superata in questi giorni?
No, questa città è capace di andare decisamente oltre. Se si riesce a fare squadra e mettere insieme energie straordinarie, intelligenze che ci sono, può superare quel record di iscritti, ma anche alzare ulteriormente l’asticella qualitativa complessiva dell’evento. La Barcolana dev’essere in qualche modo un’occasione nella quale Trieste riscopre la propria voglia di futuro.
Ci illustri le oscillazioni delle sue sensazioni da giovedì fino a ieri, dopo l’arrivo della regata. Un ottovolante, no?
Il momento più difficile è stato nella tarda mattinata di sabato. Ho avuto un po’ di paura, non lo nascondo, che potesse capitare qualcosa di brutto, che ci potessero essere danni. Ma non abbiamo mai perso lucidità, abbiamo organizzato una task force per garantire la sicurezza agli ormeggi e quando ho visto le risposte dei miei collaboratori, e voglio menzionare Dean Bassi che ha lavorato giorno e notte per coordinare le squadre, mi è tornato l’ottimismo. Ma non ho avuto per pensare, sabato è stata una giornata di adrenalina pura e senza soste. E quando in serata, al concerto di Max Gazzè ho visto il Rossetti pieno di spettatori e di entusiasmo, mi sono ricaricato. Quando stamattina (ieri, ndr) mi sono svegliato e ho sentito il cinguettio degli uccellini invece dell’ululato della bora, ho provato serenità.
Ma non ha mai pensato neanche per un attimo di non far partire la Barcolana?
No, mai. Sono sempre stato fiducioso perché i previsori dell’Osmer ci avevano assicurato che il vento sarebbe sceso domenica. Noi abbiamo cercato sempre di anticipare le informazioni per garantire a tutti i partecipanti la massima trasparenza e metterli in condizione di prepararsi in sicurezza.
@mcontessa1
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