Mister Mondo Vasco si prende la Barcolana 47 FOTO E VIDEO

Il 25 volte iridato guida Robertissima III al trionfo. Jena seconda
Robertissima III la barca vincitrice della Barcolana 47
Robertissima III la barca vincitrice della Barcolana 47

TRIESTE. Venticinque titoli mondiali non si vincono per caso. Il pluri-iridato Vasco Vascotto da Muggia ha dipinto un capolavoro in casa sua, nel golfo di Trieste che conosce come le proprie tasche, guidando alla tattica Robertissima III al trionfo nella Barcolana numero 47. Un capolavoro di classe e strategia. Con una partenza lampo, una gestione dei salti di vento (raffiche fino a 15 nodi) senza tentennamenti e il gran finale sul lato che ha portato - per la prima volta - le imbarcazioni della regata sino al traguardo quasi davanti a piazza Unità.

Un arrivo a braccia alzate con il tempo finale di un’ora, 18 minuti e 25 secondi che rappresenta, anche per ovvia assenza di precedenti riscontri, il limite cronometrico cui guarderanno i partecipanti delle prossime edizioni. È stata infatti la prima volta in cui la regata simbolo di Trieste si è disputata sul nuovo tracciato disegnato lo scorso anno dalla Società velica di Barcola e Grignano guidata dal presidente Mitja Gialuz. La bonaccia del 2014 aveva impedito di gustare l’intero percorso, rinviando l’appuntamento. Ieri, finalmente, l’esordio. Con un anno di ritardo, dunque. Ma l’attesa è stata ripagata, se lo stesso numero della Svbg l’ha definita «la più bella Barcolana degli ultimi dieci anni».

Al fianco di Vascotto, a bordo del maxi da 72 piedi di Roberto Tomasini Grinover, anche altri due velisti triestini di spicco: Stefano Spangaro e Nicola Pilastro. Dettaglio curioso: a fronte dei 25 titoli di campione del mondo, l’ultimo centrato il 18 luglio scorso nella classe Tp52 a Maiorca, per Vasco si tratta del secondo successo in Barcolana. Il primo risale addirittura a diciassette anni fa: era il 1998, quando portò all’affermazione Riviera di Rimini, il 65 piedi di Giorgio Benvenuti.

Alle spalle di Robertissima III, Mitja Kosmina e Furio Benussi con Jena No Borders Team, su cui al termine della regata le facce erano tutt’altro che sorridenti. La battaglia fra i due scafi favoriti si è decisa per una buona fetta allo start, quando sulla linea di partenza (spostata, causa bora, alle 12.30), Vascotto ha trovato il pertugio favorevole. Jena, invece, è rimasta un pochino intruppata, non riuscendo a issare la vela a prua tanto rapidamente.

Così Robertissima III se n’è andata, duellando con Onboard Anywave di Paul Cayard per il tratto iniziale e lasciando per alcuni istanti la vetta della classifica al funambolico Veliki Viharnik, Wor 60 sapientemente condotto da Dusan Puh. Alla prima boa, però, la barca di Tomasini Grinover è passata per prima, non cedendo più la testa. Dietro, Jena ha reso granitica la propria seconda piazza, non riuscendo tuttavia a guadagnare sulla rivale ormai in fuga nel mare triestino.

A una certa distanza ancora, una bella lotta, con Lorenzo Bodini a dare il colpo di reni decisivo per il podio portando Pendragon Fata Assicurazioni al terzo posto. A seguire, Cayard, con un ultimo lato da vecchia volpe della vela, e poi Puh con Veliki Viharnik, Idrusa Calvi Network di Paolo Montefusco, il Tp52 Unipol di Andrea Micalli, Tempus Fugit con Alberto Bolzan che è presto rimasto fuori dai giochi per la vittoria, Shining Umago e a chiudere i “top ten” Molo Longo TuttaTrieste.

Mitja Gialuz: «Superata la prova-sicurezza, squadra eccezionale»
Mitija Gialuz festeggia la Barcolana 47

Sorprendente, nelle prime fasi, lo spunto di Zerstören, lo Share 640 costruito nei cantieri Quaiat e che ha visto il trio Paolo Bua, Adriano Condello e Antonio Scarpa veleggiare attorno alle posizioni più ambite a dispetto dei propri 6,40 metri, prima di cedere progressivamente il campo ai “bestioni” in gara. A proposito di Quaiat, l’Rc44 Illyteca di Marino Quaiat, lo scorso anno brillante secondo, ha concluso quest’edizione quattordicesimo.

Oltre ai big della graduatoria finale, naturalmente, una flotta di imbarcazioni (1681 gli iscritti totali) che hanno consentito al pubblico di fotografare il consueto spettacolo. Vele, bolidi del mare fianco a fianco con barche più piccole (il comitato di regata, alla luce delle condizioni di vento, ha però imposto lo stop prima del via alla categoria delle passere), velleità agonistiche a braccetto con la voglia di stare assieme: ingredienti di una ricetta che non passa mai di moda.

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