Milanese ai tifosi: «Due mesi di melina Se dobbiamo giocare play-off con chi ci sta»
TRIESTE Una live chat con i tifosi sulla pagina Facebook della Triestina: così Mauro Milanese ha voluto fare il punto ieri con i supporters alabardati in vista dell’assemblea dei club di Lega Pro che doveva essere in programma il 4 maggio e che ieri sera è stata posticipata al 7, dalla quale devono uscire le proposte della serie C sul destino di questa stagione, da portare poi al Consiglio federale. E i temi sono stati tantissimi.
Chi paga questi mesi?
«Sono due le cose che preoccupano di più - dice Milanese - e che devono uscire dall’assemblea: chi paga questi quattro mesi? E poi si gioca o no? Sul fatto dei pagamenti, sappiamo che i giocatori fanno parte di una casistica particolare: dovrebbe subentrare il governo, fare delle riforme, introdurre la cassa integrazione e non solo per alcuni casi: in C parecchi non hanno cifre alte e non possono stare tanti mesi senza stipendio. Ogni giorno che passa in C è un costo in più e un ricavo in meno. E anche spostare le scadenze non ha senso»
Triestina solida
«I tifosi comunque stiano tranquilli - assicura l’ad della società alabardata - la Triestina è solida e in regola con tutto. Ha già onorato i compensi dei giocatori fino a febbraio, e quelli dei dipendenti fino a marzo per l’80 per cento, anticipando già molto di più rispetto a quello che arriverà dalla cassa integrazione, che come noto ha un massimo di 1129 euro. Biasin è dispiaciuto della situazione, anche perché in Australia aiutano le imprese e le istituzioni si attivano subito. Ma l’impegno rimane, Mario non si è stufato: cerchiamo però di non farlo stufare con i prossimi decreti legge».
Si gioca o no?
«La Triestina è sempre stata per l’annullamento del campionato, anche contro quelli che sono i nostri interessi, perché la Lega Pro sa bene quanto questo gap costa alla nostra società. Ma c’è una pandemia, esiste una questione etica di fronte a morti e contagi, e ci sarebbe comunque un pericolo per la salute visto che per giocare bisognerebbe spostarsi. E se poi si trova uno positivo che si fa? Molti presidenti poi non pensano neanche agli allenamenti, hanno problemi con le loro aziende, chissà se il prossimo anno si iscrivono. Inoltre come già detto i protocolli sanitari che sono stati predisposti sarebbero impossibili da rispettare in C».
I play-off con chi ci sta
Comunque l’indirizzo lo deve dare la Lega Pro, anche su promozioni e retrocessioni. E allora cosa potrebbe succedere? «Il fatto è che tutti ragionano in base alla propria posizione, a ogni proposta c’è chi sarebbe contento e chi no, con possibili vertenze - avverte Milanese - Io dico intanto no al sorteggio e che se proprio si deve giocare, si tenga conto dell’attuale classifica e si facciano solamente i play-off. Ma non play-off ridotti solo per le seconde o le terze, perché a inizio campionato tutti sapevano che i posti per la post season erano dal secondo al nono in classifica. Secondo me invece si giochino play-off aperti a tutte le 27, ma poi partecipi chi accetta di starci, chi ce la fa, chi ha le possibilità per sostenere le spese. E si potrebbe giocare in centro sportivi attrezzati: ce ne sono tanti, da Coverciano a Novarello, da Roma a Catania. I giocatori fanno visite, tamponi e analisi e per qualche settimana stanno lì insieme a staff e addetti. Almeno sarebbe un verdetto del campo senza pericoli di cause. Altre alternative? Le uniche sono promuovere direttamente la miglior seconda, oppure mettere 5 promozioni il prossimo campionato».
Le riforme
«Abbiamo iniziato a parlare di riforme quasi due mesi fa, ma siamo ancora al dilemma se si gioca o no. Bisogna creare una C1 con piazze di prestigio e strutture adeguate: così allora sarebbe davvero una categoria professionistica a 360 gradi. Adesso siamo prof solo per pagare le tasse, ma in tv ci andiamo in streaming su Eleven, le altre su Sky. In ogni caso la C va resa sostenibile: c’è il discorso di poter girare una parte delle tasse per aiutare i settori giovanili costruendo campi, o quella di dare alla categoria una piccola percentuale del circuito scommesse».
2021 con Rocco aperto
«Qui si parla addirittura di far tornare il pubblico sugli spalti a marzo 2021. Anche qui perché fare una legge uguale per tutti quando una struttura come il Rocco potrebbe già adesso rispettare tutte le norme sul distanziamento sociale? E potrebbe fare tutto quello che sarà richiesto per negozi, metro e ristoranti? Di spazio ne abbiamo in abbondanza, per noi non avrebbe senso restare senza tifosi fino al prossimo anno. Quanto al Centro Ferrini va avanti: ho detto di continuare alla velocità della luce: il bando deve uscire a metà maggio, così mi hanno promesso, poi contiamo a inizio inverno di cominciare i lavori. E poi, nella peggiore delle ipotesi, tutto pronto da settembre 2021». —
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