Maracchi: «La Triestina può ancora risalire»

Parla il centrocampista: «Finalmente mi sento bene. Dobbiamo essere più aggressivi soprattutto con le piccole»
Federico Maracchi ha ritrovato il posto da titolare da quando sulla panchina è arrivato Bepi Pillon
Federico Maracchi ha ritrovato il posto da titolare da quando sulla panchina è arrivato Bepi Pillon

TRIESTE Dopo una prima parte di campionato in cui è stato poco impiegato, da un mese Federico Maracchi è tornato titolare fisso del centrocampo alabardato. Una bella rivincita per il mulo triestino, la cui prestanza fisica si fa sentire nel settore nevralgico del campo.

Maracchi, si può dire che almeno sul piano personale è un periodo molto buono?

«Sì, sono contento, perché nella prima parte di campionato in effetti sono stato utilizzato poco, poi con l’arrivo di Pillon mi è stata data più fiducia. Ho potuto giocare con continuità e in effetti avevo tanto bisogno di fare delle partite, perché entrare in corso d’opera è sempre difficile. Solo giocando spesso si trovano condizione e fiducia».

Tanto più per un fisico come il suo che ha bisogno di minutaggio per ingranare, vero?

«Sì, con il mio fisico già faccio un po’ fatica a entrare in condizione, come anche rendere subito subentrando durante la partita. Mi serviva insomma giocare più spesso e dall’inizio. Inoltre da mezzala del 4-3-1-2 mi trovo molto bene perché posso inserirmi, anche se non sono ancora riuscito a sbloccarmi sul piano del gol: spero di farlo presto».

Soddisfatto delle sue prestazioni?

«Avevo più di qualche dubbio visto che non giocavo da tanto, anche se a livello fisico stavo sempre bene, ma devo dire che mi sono trovato subito bene sul campo, favorito anche dal fatto che la squadra gira».

Però a livello di risultati, la Triestina continua a essere molto altalenante: come mai?

«Ci manca ancora questa benedetta continuità che pensavamo di aver trovato in quelle tre partite prima della sosta. Invece sono arrivate alla ripresa due partite con un solo punto, ma comunque diverse tra loro».

In cosa?

«Con il Fano siamo stati anche sfortunati, abbiamo creato tanto ma la palla non entrava. A Mantova invece abbiamo fatto un passetto indietro sul piano del gioco, però va detto che l’avversario era una bella squadra e pareggiare lì ci può stare. Io comunque continuo a guardare positivo, per me siamo sulla strada giusta».

Questa Triestina ha dimostrato con le grandi di avere potenzialità notevoli.

«In effetti riusciamo a esprimerci meglio con le grandi, questa è sempre stata una nostra caratteristica e si può dire sia una debolezza, perché la vera prova di maturità passa proprio da questo: fare le stesse prestazioni anche con le squadre cosiddette più piccole».

Ma ci sperate ancora in un aggancio al vertice?

«È vero che siamo un po’ staccati, ma manca tutto il girone di ritorno, sono 19 partite. Per cui noi puntiamo ancora in alto, anche perché il campionato è difficile, gli scivoloni li fanno tutti, basti pensare al Modena con la Virtus Verona. Noi dobbiamo solo cercare di fare questo passetto in più per la prova di maturità, che non abbiamo fatto nel girone di andata».

Bisogna farlo a partire da Matelica, che vi aveva dato il primo dispiacere stagionale...

«Già, un inizio di campionato che non ci aspettavamo, ma questo ci deve dare ancora più rabbia per portare a casa i 3 punti. Sappiamo benissimo che se non si affronta con la giusta mentalità e la necessaria aggressività queste squadre, possono dare fastidio: per certi versi sono perfino più difficili da affrontare di quelle più quotate del torneo».

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