Ma prima che uno sport il calcio è un gioco. E il pallone rotola

Lasorte Trieste 25/09/19 - Calcio Serie C, Triestina - Arzignano Chiampo, Princivalli e Milanese
TRIESTE Ci sono purtroppo tante cose che proprio non ci piacciono del calcio italiano di oggi. Pesco dal mazzo le più fastidiose: il clima quasi mai di festa che si respira sugli spalti, le offese e i buu razzisti verso i giocatori di colore, l’inarrivabile distanza tra i miliardari in mutande che corrono sul prato e i tanti poveracci che si indebitano per farsi un abbonamento, la miopia di certe società che fanno poco o nulla per migliorare questo mondo, preferendo girare la testa dall’altra parte.
Ma forse, la cosa più odiosa è l’atteggiamento di quei tifosi che si definiscono “i più vicini alla squadra” e che si sentono parte o addirittura “padroni” della stessa. È accaduto (incredibilmente) anche da noi, nella vicenda dell’esonero di quel Pavanel scivolato dall’altare alla polvere in una decina di giorni. E qui ci sta una nota di merito a Mauro Milanese, che ha mostrato per la prima volta il cartellino “giallo” ad alcuni tifosi, passati troppo in fretta dagli incontenibili abbracci a minacce e insulti. Ah, i social…!
D’accordo, è il calcio di oggi, a tutte le latitudini per carità. Lasciateci dire però che poco ci piace e ancor meno lo capiamo. Come difficile è decifrare l’ultima partita giocata dalla Triestina a Verona con Pavanel in panchina e quella di tre giorni dopo al Rocco con l’amuleto Princivalli al suo posto: eppure in campo ci sono andati gli stessi che avevano giurato stima, attaccamento e fedeltà al mister…! Per carità, prima ancora che uno sport il calcio è un gioco e come dicevano i vecchi saggi la palla è rotonda e rotola dove vuole lei.
Sembrava rotolare per il verso giusto giovedì sera anche la palla (un po' più grande) da basket, ma proprio quando ci preparavamo a gridare al “miracolo”, i “roockie” alabardati, portati per mano dalla vecchia guardia indigena, si inceppavano al momento di raccogliere quanto di buono seminato per 38 minuti su 40. E lo avevano fatto senza i due pezzi da 90 della pre-season, vale a dire Strautins (infortunato) e Jones (incartellinato…): con i se e con i ma non si va lontano, siamo d’accordo, ma nessuno può negare che forse con l’esperto Jones al Taliercio la parola “miracolo!” sarebbe potuta diventare un titolo su questo giornale. Cercare dopo cause e colpevoli, lascia il tempo che trova, ma resta il sacrosanto diritto del tifoso di sapere almeno un perché. E siamo certi che una società così attenta alla comunicazione saprà darlo quanto prima.
Nel frattempo la Palla di Cristallo gongola soddisfatta per aver centrato da subito le previsioni su una stagione “bella ma complicata”. E si sente di aggiungere che comunque le nostre “amate” alla fin fine lo saranno ancor di più, perché dentro hanno entrambe quello che i tifosi chiedono prima di ogni cosa: la voglia di battersi e soffrire. Che poi, nello sport (anche quello professionistico) è l’unica cosa che conta. Giusto?—
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