L’Unione torna da Messina con 3 punti

Granoche su punizione pareggia e Sgrigna trova il morso del crotalo
Messina 1
Triestina 2

MARCATORI: pt 8’ Degano (r.), 13’ Granoche; st 36’ Sgrigna.

MESSINA: Petrocco, Rea, Stendardo, Giosa, Gaveglia (st 1’ Moro), Surraco (st 27’ Lazzari), Galeoto (st 9’ Nolè), Cordova, Schetter, Foti, Degano. All. Di Costanzo.

TRIESTINA: Dei, Kyriazis, Lima, Minelli, Pesaresi, Antonelli (st 27’ Princivalli), Piangerelli, Allegretti, Testini, Della Rocca (st 15’ Sgrigna), Granoche (pt 17’ Petras). All. Maran.

ARBITRO: Pantana di Macerata.

NOTE: espulso: al 7’ pt Lima per fallo da ultimo uomo. Ammoniti: Piangerelli e Sgrigna per gioco ostruzionistico, Rea, Schetter, Galeoto, per gioco falloso.


Dall'inviato

MESSINA
In dieci è bello. E' così bello che la Triestina non si accontenta neanche del pareggio al San Filippo. Vuole addentare tutti e tre punti come se fossero un panino di porchetta e vi riesce a 10' dalla fine quando il nuovo entrato Sgrigna trova quello che nel biliardo è il colpo perfetto. Bisogna adesso gridare al miracolo? No, anche se una vittoria in rimonta in inferiorità numerica e per giunta fuori casa è una una Grande Impresa con la g e la i maiuscole. Più semplicemente la Triestina ha interpretato alla perfezione la gara come non faceva da tempo riuscendo a nascondere l'uomo in meno disponendosi bene in campo, mentre il Messina, falcidiato da sette assenze, ha completamente sbagliato partita peccando di presunzione. Dalla somma di questi due elementi nasce un successo inaspettato che porta l'Unione nella parte sinistra della classifica.


Eppure all'inizio dell'incontro la Triestina aveva subito una gravissima mutilazione. Dopo appena 8' s'era trovata un gol sulla schiena e con un giocatore in meno per l'espulsione di Lima al quale andrebbero legate le mani. Ma nell'episodio, dice anche la moviola, ha le sue belle responsabilità l'arbitro Pantana che non ha rilevato un controllo con il braccio di Degano prima del rigore.


Per molto meno gli alabardati si erano sciolti a Treviso. E invece tutti hanno tirato fuori gli attributi. La Triestina, questa volta, è stata un mostro in fatto di self-control. Ha ingoiato il rospo del gol incassato e dell'espulsione di Lima e malgrado l'uomo in meno la squadra di Maran non ha perso la tramontana. Ha continuato a fare il suo gioco con il modulo 4-4-2 e gli stessi uomini di Ascoli ma davanti è diventato difficile mantenere due punte in inferiorità numerica.


La reazione è stata così apprezzabile che l'Alabarda 5' dopo ha trovato il pareggio, un po' carambolesco ma meritato. Solita punizione carica di veleno di Allegretti e forse una deviazione aerea di Granoche così impercettibile che quasi nemmeno c’è stata,ha messo fuori causa Petrocco. Il semivuoto stadio San Filippo è rimasto ammutolito. L’attaccante ha avuto un premio singolare, 4' dopo il gol del pari Maran lo ha chiamato fuori. Pablo ci è rimasto un po' male ma ha capito.


Una volta raggiunto il pareggio il tecnico ha preferito lasciare in campo il più aitante Della Rocca, utile nel gioco di sponda e più abile nel difendere i palloni. Granoche ha lasciato il posto a Petras che è andato a piazzarsi in mezzo alla difesa, accanto al lucidissimo Minelli che ne è già diventato il comandante. Ai lati Kyriazis e Pesaresi hanno svolto bene il loro mestiere bloccando ogni avanzata. Della Rocca non ha corso il rischio di restare isolato perché i due esterni si sono rivelati due formichine laboriosissime. Magari non le hanno azzeccato tutte ma sia Testini che Antonelli (sente l'odore della concorrenza) sono spesso partiti sulle fasce cercando il dialogo con il centravanti. Allegretti e Piangerelli, invece, finiscono per formare una buona cerniera davanti alla difesa e riavviano con precisione l'azione.


Il tema tattico della partita è chiaro: il Messina cerca di far la partita sfruttando la superiorità numerica e la Triestina e agile e puntuale nel partire in contropiede trovando a volte anche spazi invitanti. I padroni di casa, condizionati probabilmente dalle numerose assenze, sono compassati, lenti e quindi prevedibili. È una partita bruttina, dal ritmo lento, ma alla Triestina va benissimo così. Non ha certo fretta. Copre a meraviglia tutti gli spazi anche in dieci.


Nella ripresa l'undici di Di Costanzo è leggermente più aggressivo, tenta di aggirare la difesa alabardata allargando il gioco sulle fasce, ma va a sbattere contro un muro facendosi male. Nell'area di Dei piovono solo traversoni abbastanza innocui. Il portiere deve intervenire solo su un colpo di testa di Rea e su una punizione di Degano. Maran, molto ispirato anche lui, fa la seconda cosa giusta. Toglie l'esausto Della Rocca e butta in mezzo all'attacco Sgrigna. Quest'ultimo ha il morso del crotalo quando al 35', dopo che Testini aveva sfondato a sinistra, lascia partire un destro che non perdona.


La Triestina negli ultimi minuti potrebbe dilagare contro i sussiegosi padroni di casa. E' grande festa alla fine, anche se tutti i giocatori dedicano la vittoria a De Falco, corso al capezzale della mamma che versa in gravi condizioni.

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