L’Unione ritrova lo spirito ma servono vittorie

La prova compatta di Bergamo deve avviare un ciclo di risultati positivi. Ora in quinta piazza anche Lecco, Juve e Piacenza

Ciro Esposito

TRIESTE A Bergamo Bucchi ha raggiunto l’obiettivo minimo che si era prefissato. «Noi volevamo la vittoria ma siamo stati dei poli» ha dichiarato il tecnico a fine gara. Diciamo che l’importante era non perdere perché rischiava di saltare il banco ma soprattutto l’attesa era di rivedere in campo una squadra sul pezzo e non alla mercé delle iniziative avversarie come successo con la Pro Sesto. Ebbene la settimana tipo (senza cioè partite infrasettimanali) ha consentito al tecnico e alla squadra di ritrovare quello spirito che aveva sempre animato il gruppo fino a dicembre e anche nelle prime due gare post-covid. Quella capacità di restare compatti nel corso di un’intera partita, unico vero obiettivo raggiunto finora in questa stagione, si era persa nelle ultime uscite. Bucchi ha utilizzato l’ennesimo modulo diverso (un 4-4-2 con l’azzardo Ala-Myllymaki a sinistra) in questa stagione per dare ordine e semplicità alla manovra e garantire una certa densità tra mediana e difesa. Ma al di là della disposizione tattica c’è da dire che si è rivista una Triestina in stile Seregno tanto per fare un esempio, capace di fare una partita giudiziosa contro un avversario modesto ma anche sempre pronta a commettere qualche svarione difensivo e comunque non in grado di costruire un numero consistente di palle-gol. Si riparte da questo ed è poco più che partire da zero. Perché qualche certezza in più sarebbe doverosa a questo punto della stagione. Si continua a sperimentare con Galazzi terzino, il finlandese in un ruolo svolto con dedizione ma certamente che non è il suo, l’enigma irrisolto se sia il caso di far giocare qualcuno alle spalle delle punte. Lo sa anche Bucchi come contro la Pro Sesto mettendo in campo tre punte (Trotta alle spalle di Gomez e De Luca) la sua Triestina ha costruito palle-gol in più ma ha anche preso tre gol in un tempo dall’ultima della classe.

Insomma lo stato di avanzamento dei lavori in casa Unione è piuttosto in ritardo a causa di assenze, giocatori fuori ruolo, cali di condizione e altro. Il tempo però per tergiversare è finito. Davanti ci sono quattro gare a tamburo battente e soprattutto l’Unione dev riprendersi una quinta posizione che non c’è più visti i risultati di ieri e i miseri 2 punti conquistati dagli alabardati nel 2022. Lecco, Juve e Piacenza ora sono appaiate all’Unione che deve cominciare a vincere qualche partita. Già ma come? La freschezza della gioventù dei nuovi innesti ha certamente giovato alla causa ma non può bastare ad alzare il passo del rendimento.

La società ha comunicato a squadra e staff che sotto quella posizione non si deve scendere. È improbabile ma se si dovesse concretizzare la riforma nei prossimi mesi con questo andazzo l’Unione rischierebbe di non entrare nell’Elite e quindi di fatto di retrocedere. Insomma anche il progetto biennale non può prescindere dal risultato e dal rendimento della stagione in corso.

Ora che Bucchi ha ritrovato lo spirito dei suoi servono punti e non pochi anche per tenere solo la posizione, con Renate e Feralpi ormai sopra a +14, Padova a +20 e lasciamo stare il Südtirol. Il gioco e lo spettacolo è improbabile che arrivino ma qualche buon filotto è alla portata.

Almeno per rasserenare un po’ gli animi dei tifosi. E non solo di quelli che da tempo protestano. —
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo