L’Unione non osa A Mantova un pari che serve a poco
Per vincere bisogna osare. E l’Unione non l’ha fatto ma anche i punticini servono. A poco magari. Al Martelli la Triestina ferma il Mantova e chiude il girone d’andata con uno 0-0 che può starci. Perché i padroni di casa hanno costruito qualcosa di più ma in fondo non sono mai riusciti a schiacciare l’undici di Bepi Pillon. Il tecnico ha azzardato cambiando in difesa i due terzini titolari e i subentranti hanno risposto presente. Una sola occasione capitata sui piedi di Mensah è francamente troppo poco per pensare di fare bottino pieno. Serviva qualcosa di più per un pronto riscatto della debacle casalinga con il Fano. L’Unione comunque ha ritrovato solidità in difesa e a centrocampo mancando però l’occasione per fare il salto che molti si aspettavano.
LA RIVOLUZIONE Il tecnico Pillon gioca l’azzardo di stravolgere la difesa. Le ultime prestazioni opache dei terzini evidentemente sono state indigeste anche all’allenatore alabardato. Bocciati Rapisarda e Brivio e dentro Tartaglia a destra e Filippini a sinistra. Questo comporta l’utilizzo di Ligi al centro nell’insolita posizione di destra per l’assenza di Capela al fianco di capitan Lambrughi . A centrocampo l’assenza di Rizzo (infortunatosi nella rifinitura), e le condizioni non al top di Calvano, affidano la regia di Lodi con Maracchi e Giorico ai lati. Davanti giocano i soliti Granoche e Mensah con Boultam alle loro spalle.
PARTENZA SPRINT Il Mantova parte con grande foga. La Triestina risponde colpo su colpo. Buon ritmo anche nell’equilibrio. I virgiliani spingono con insistenza ma collezionano soltanto una serie di corner. Gli alabardati non riescono a prendere possesso del centrocampo, subiscono l’iniziativa avversaria e cercano di ripartire.
L’UNIONE CRESCE Il pressing degli alabardati comincia a funzionare dopo una ventina di minuti. Non a caso arriva la prima conclusione di Granoche parata da Tosi. Rapido cambio di scena con Cheddira che cade in area a contatto (che c’è) con Lambrughi e reclama il rigore non concesso dall’arbitro puttosto clemente con i triestini. È un’Unione comunque che cerca di distendere la sua manovra e lo fa con una certa efficacia. I biancorossi di casa vanno un po’ in sofferenza anche perché Boultam riesce a giostrare con più continuità tra le linee mantovane. La prima frazione si chiude in parità in un match di fatto senza occasioni da gol per entrambe le contendenti.
DOPPIO PERICOLO Si riparte con un’altra sfuriata dei virgiliani che vanno vicinissimi al gol. Uscita scriteriata di Offredi e, sulla battuta a colpo sicuro di Cheddira, Ligi e decisivo a intercettare davanti alla porta sguarnita (3’). Offredi però si rifà salvando in tuffo il piatto di sinistro di Guccione (5’). Gli alabardati rispondono tre minuti dopo con manovra conclusa da un piattone a lato di Lodi. La partita si vivacizza ed è ancora Guccione a impegnare severamente Offredi.
A VISO APERTO Finalmente il match si scuote dal torpore della prima frazione. Il mantovano Guccione è una spina nel fianco della difesa alabardata. La Triestina non riesce più a prendere il possesso della sfera anche per l’evidente calo di Maracchi. È il momento di cambiare e Pillon interviene.
L’OCCASIONE Il tecnico alabardato fa entrare Calvano al posto di Maracchi, fuori anche Granoche e dentro Gomez. Quest’ultimo con una gran giocata manda in porta Mensah, la cui conclusione è fermata da Tosi. Troise ne cambia tre, mentre Pillon concede il campo al ritorno di Procaccio dopo quattro mesi (esce Boultam). Le emozioni scemano, finisce con un nulla di fatto. Meglio che niente...
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