Lezione d’umiltà per la Triestina calcio

Nella sfida contro l’Arzignano che lotta per la categoria la Triestina non ha retto il confronto sul piano dell’agonismo

Antonello Rodio
Il tecnico della Triestina Attilio Tesser Foto Lasorte
Il tecnico della Triestina Attilio Tesser Foto Lasorte

Un’imprevista ricaduta agli inferi o, più semplicemente, un ritorno alla dura realtà? Il rovinoso capitombolo della Triestina ad Arzignano, al di là delle dimensioni troppo pesanti per quello che si è visto sul campo, può destare sensazione dopo le brillanti prove contro Padova e Vicenza e la vittoria di Novara. In realtà, il ko andato in scena al “Dal Molin” può forse essere la conferma delle difficoltà che la squadra alabardata incontra se costretta alla battaglia, a quel tipo di contese tutte sudore e sangue tipiche dei campi di serie C, dove si sfodera la sciabola e si depone il fioretto. E se tanti interpreti attuali dell’Unione non hanno nel dna l’attitudine a queste sfide, anche l’indubbio surplus dell’apporto di un tecnico di spessore come Tesser rischia di essere insufficiente.

L’AVVERTIMENTO DI TESSER

Del resto proprio Tesser ci aveva visto lungo ad avvertire che questa sarebbe stata la sfida più difficile da affrontare tra quelle giocate finora con lui in panchina. Il tecnico aveva tirato in ballo il buon momento dell’avversario, ma forse c’era anche il timore, o magari la consapevolezza, che certi tipi di squadre fanno affiorare tutti i difetti di questa Unione, emersi impietosamente in questi mesi. Padova e Vicenza non solo cercano di fare la partita, ma fanno anche giocare, non azzannano le caviglie, pronte come sono a far valere prima o dopo la loro qualità. E contro questo tipo di formazioni l’Unione ha dimostrato di poterci stare, aiutata anche dal fatto che i giocatori sono scesi in campo al top di concentrazione dopo il cambio panchina. Altre avversarie invece devono puntare tutto su intensità, agonismo e pressing, e questa Triestina non ha le caratteristiche (e i giocatori) per fronteggiare questo tipo di atteggiamento. Sotto questo aspetto i due gol presi in superiorità numerica a Novara erano già stati un segnale di allarme.

Marco Olivieri
Marco Olivieri

APPROCCIO SUPERFICIALE

Se poi alla lacuna della scarsa inclinazione al clima di battaglia, si aggiunge anche un approccio leggero e superficiale come quello di Arzignano, allora la frittata è certa. Ci possono essere giornate storte di un giocatore, come capitato a Struna, ma è stata tutta la squadra in balìa dei veneti per troppo tempo, prima di iniziare a giocare. E purtroppo certi approcci si pagano cari, l’attuale Unione non ha il carisma né la personalità per rimediare a simili sbandate. Oltre tutto, le ultime partite non possono far dimenticare che uno dei problemi maggiori della Triestina è quello del gol. Le tante partite dei mesi scorsi nelle quali il predominio territoriale non ha portato punti, ricordano che buttarla dentro è un grave problema. Perché ad Arzignano le occasioni per rientrare in partita ci sono state, ma chance come quelle di Vertainen vanno sfruttate.

SOS MERCATO

Cosa serve dunque alla Triestina? Attaccanti con più feeling con il gol e giocatori di maggior personalità, pronti alla battaglia salvezza. Per fortuna c’è una sessione di mercato alle porte a venire in soccorso per rimediare a queste lacune, anche se i tempi stretti non consentiranno tanti innesti per le prime importanti sfide con Clodiense e Caldiero. Dovrà essere bravo Delli Carri a trovare subito le giuste pedine, e dovrà poi essere abile Tesser a inserire in brevissimo tempo i nuovi innesti. Si parla innanzitutto di due attaccanti, e uno dovrebbe essere Andrea Magrassi, classe 1993 in uscita dal Cittadella. Si parla di due centrocampisti, e uno potrebbe essere Luca Fiordilino, classe 1996, che non trova spazio al Venezia in serie A. Ma nelle intenzioni dovrebbero arrivare anche due terzini e forse un difensore centrale.

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