L’ex calciatore quasi al debutto sulla lunga distanza

ROMA. La maratona siamo ancora noi. Otto anni dopo la vittoria di Stefano Baldini agli europei di Goteborg, l'Italia con Daniele Meucci, ieri trionfatore a Zurigo, torna in vetta all'Europa nella...

ROMA. La maratona siamo ancora noi. Otto anni dopo la vittoria di Stefano Baldini agli europei di Goteborg, l'Italia con Daniele Meucci, ieri trionfatore a Zurigo, torna in vetta all'Europa nella corsa regina dell' atletica. L'acuto del 28enne ingegnere pisano ridà slancio a un bottino finora striminzito per gli azzurri (un oro con Libania Grenot nei 400 hs e l'argento di Valeria Straneo nella maratona) e fa scalare diverse posizioni all'Italia nel medagliere della competizione. Ossigeno per la spedizione azzurra. A completare il risultato di ieri c'è la buona la prova degli altri italiani: settimo posto per il 40enne Ruggero Pertile e 32mo Michele Palamini.

La conquista di questa seconda medaglia d'oro l'ha costruita meticolosamente un inquieto ingegnere toscano, uno sportivo che cominciò la carriera come calciatore, che poi lasciò per passare al mezzofondo, quindi al fondo, e infine approdato alla maratona dove ha trovato la sua dimensione definitiva. L’anno scorso il debutto a New York: fu secondo.

La corsa di Meucci è stata un capolavoro tattico. L'azzurro non si è fatto irretire dai vari tentativi di fuga che fin dall'inizio hanno caratterizzato la corsa, è rimasto sempre con i migliori fino a metà gara. Poi ha cominciato a prendere la mira del polacco Chabowski, che nel frattempo aveva allungato di qualche centinaio di metri e minacciava di andarsene fino al traguardo. Meucci lo ha tallonato a distanza, rosicchiando metro dopo metro al polacco sempre più insistente nella sua corsa e soprattutto sempre più stanco. Al 35mo km la svolta: Chabowski non ne ha più ed è superato dal pisano che nel frattempo si è lasciato dietro a uno a uno tutti gli altri.

Meucci s'invola verso l'arrivo, imprendibile, e si presenta solitario e sorridente sulla linea del traguardo, accolto da una folla festosa, con moltissimi italiani. Afferra un tricolore e lo sventola, un boato accoglie il suo nome pronunciato dall'altoparlante. Meucci poi si inginocchia a baciare per terra. Esausto e raggiante. Dopo 52 secondi arriva Yared Shegumo, polacco di origine etiope; terzo posto per il russo Aleksey Reunkov, staccato di un minuto e 17 secondi.

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