Le signore del mare tradite da un meteo troppo capriccioso
TRIESTE Era prevista la pioggia ed è puntualmente arrivata. Peccato però non si sia visto quello scirocco (qualcuno pronosticava pure bora) che avrebbe potuto far iniziare nel migliore dei modi il XXI Raduno Città di Trieste, l’ormai classico rendez-vous d’autunno organizzato dallo Yacht Club Adriaco e riservato alle signore del mare. Tutto rimandato quindi a questa mattina, quando il Comitato di Regata tenterà di sfruttare le condizioni meteo che si promettono più clementi. Due le prove da portare a casa, ma il programma comincerà alle 11 con una sfilata in bacino S. Giusto (tra la Stazione Marittima e Molo Audace), che coinvolgerà tutti gli ottanta scafi iscritti.
Nella prima delle due giornate di gara le numerose imbarcazioni, giunte da entrambe le sponde dell’Adriatico, oltre che dall’Austria e dai laghi dell’Italia settentrionale, non hanno fatto solo bella mostra di sé lungo le banchine di Molo Sartorio, divenuto anche in questa occasione un vero e proprio museo all’aperto della storia della vela adriatica. Le vecchie signore del mare fanno sempre una gran bella figura. È il fascino discreto del vintage per queste barche così ricche di storia.
Una volta raggiunto il campo di regata è stata tentata una partenza, presto abortita a causa di un calo repentino della già scarsa brezza. L’attesa sotto il faro della Vittoria è stata lunga, ma complice la necessità di concludere tutte le operazioni entro le 16, un secondo start non è stato neppure ipotizzato dopo le 15, quando la pioggia ha posto la parola fine alle velleità dei vecchi legni.
La flotta dell’evento firmato Adriaco, con la collaborazione dell’Associazione Italiana Vele d’Epoca e l’Associazione Italiana Derive d’Epoca, è stata divisa in sei categorie. La classe più affascinante è quella degli “epoca” – scafi in legno costruiti prima del 1950 – che annovera Sorella, l’imbarcazione da diporto navigante più antica del Mediterraneo varata nel 1858 dal cantiere Hatcher di Southampton.
Seguono i più giovani “classici” – costruiti ante 1975 – e le “passere”, identificate come barche in legno di lunghezza non superiore ai 9 metri, costruite secondo lo “spirito della tradizione”. Sono radunati in questa classe ben ventun armatori dal mitico Nibbio allo storico Bat, amatissimo da Carlo Sciarrelli. E proprio al progettista triestino è riservata una categoria con legni usciti tutti dalla sua penna. Tutte barche intramontabili che hanno fatto la storia della Barcolana.
Fanno classe a parte i quattro Vertue, disegnati da Giles, e le passere definite “moderne”, tra cui spicca ovviamente Barcolana 50, il progetto fortemente voluto dalla Società Velica Barcola Grignano per celebrare il 50° anniversario di Barcolana e realizzato da Federico Lenardon, che di Sciarrelli fu allievo. Oggi ci riprovano con rinnovato entusiasmo, chissà il tempo. —
F.P.
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