Le “Porte aperte” di Condò. Viaggio nei templi del calcio per rivivere grandi emozioni
Il volume del giornalista triestino ripercorre le tappe in 30 stadi leggendari e vuole rappresentare il desiderio che gli impianti possano venir riaperti al tifo

L’Old Trafford, uno degli stadi celebrati in “Porte aperte”
TRIESTE Sopravvivere al lockdown per uscire dal lockdown. Uscire non fisicamente ma raccogliendo i ricordi, le sensazioni che un non-luogo come lo stadio di calcio lascia indelebili.
E proprio in questo momento con i monumenti del calcio chiusi al pubblico per la prima volta nella storia, il giornalista e scrittore triestino Paolo Condò, conosciuto dal grande pubblico da qualche anno per le performance su Sky, scrive “Porte aperte” (Baldini-Castoldi, prezzo 25 euro).

L’Old Trafford, uno degli stadi celebrati in “Porte aperte”
“Porte aperte è un titolo che descrive un desiderio perché le porte chiuse sono una misura necessaria ma infame. E in questo periodo i buoni desideri devono avverarsi” sottolinea l’autore nella prefazione.
Il volume raccoglie e sviluppa i tweet giornalieri postati da Condò tra marzo e maggio dedicati agli stadi che ha avuto il privilegio (“quando una volta gli editori inviavano i giornalisti sul posto”) di vivere nella sua lunga carriera di inviato. Il viaggio suggestivo si snoda lungo 30 tappe in altrettanti stadi di tutto il mondo. Condò rievoca le partite e gli aneddoti più curiosi vissuti da San Siro al Camp Nou, dal Maracanà all’Old Trafford. Ogni istantanea è accompagnata da una straordinaria documentazione fotografica che fa volare la fantasia di chi, e cioè la stragrande maggioranza, ha visto in tv ho ascoltato alla radio quelle gesta. Tra “quadri” tocca particolarmente, a una manciata di giorni dalla dipartita improvvisa e prematura del Pibe de Oro, quello dedicato al San Paolo.
“Il San Paolo sarà sempre e senza discussioni lo stadio di Diego. La Bombonera è molto importante nella sua storia ma non ne fu la culla e il viale del tramonto. Insomma il San Paolo è la casa di Maradona” si legge.
Così come tutto da leggere è il capitolo sullo stadio Kosevo della martoriata Sarajevo raggiunto in un avventuroso reportage nel 1993 da Condò per un’inchiesta sullo sport nella città vittima di un assedio infinito.
Nella rassegna non manca l’atmosfera delle “notti magiche” dell’Olimpico palcoscenico dei mondiali del ’90 o il brivido del Maracanà nella versione antica e in quella moderna per la finale del 2014 tra l’Argentina e la Germania carnefice del Brasile di Neymar.
Insomma “Porte aperte” è un cammino da vivere per gli appassionati di calcio ma anche per chi è amante dei viaggi e della storia raccontata attraverso lo sport. —
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