L’Aperitivo a ruota libera con Tavcar Storie di pallacanestro senza veli

TRIESTE
Sergio Tavcar potrebbe essere interessante anche quando dorme, è un dato di fatto. La 6° puntata di Aperitivo sotto Canestro (visibile sulla piattaforma social de "Il Piccolo" da ieri) ha raccontato uno spaccato di cultura cestistica senza paraventi, un talento canoro nascosto e un medley delle canzoni triestine suonate al pianoforte dallo stesso Tavcar, che purtroppo non si vedrà. La realtà è che giornalisti di cotanta caratura ce ne sono sempre meno, uomini che naturalmente leggono le situazioni sportive con originalità, senza per forza volare troppo alto. L'esempio di Stojan Vrankovic e di come non sia una bestemmia allenare pochi ma efficaci movimenti nella pallacanestro, riporta a quell'esigenza di asciugare il modo di interpretare lo sport della palla a spicchi, liberarlo da sovrastrutture; riportare anche il senso dei ruoli su un campo da basket, soprattutto il "post alto" e "post basso" e la loro efficacia nei giochi offensivi. Il perché la pallacanestro italiana sta disperdendo talenti nell'implosione di giocatori come Tommy Laquintana, Leonardo Totè e altri scoperti tardi come Alessandro Zanelli (Brindisi) o Giovanni De Nicolao (Varese). Ovviamente digressioni che non mancano di dare la consueta punzecchiata all'NBA e al "non gioco" affrancato da lodi sperticate dalle nuove generazioni. Se il Caucaso rappresenta la possibile nuova frontiera per scovare talenti grezzi (e anche di grandi dimensioni ndr.), come la Georgia, l'Azerbaigian, l'Iran del Nord, Sergio Tavcar spegne anche l'ardore guardando al di là del confine (Luka Doncic a parte), in una terra balcanica che sta consumando le ultime cartucce (principalmente in Serbia), in un arido cambio generazionale. —
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