La Triestina tutta nuova ha bisogno di test veri
Le due amichevoli con squadre di A hanno fornito poche indicazioni. La squadra va rodata con avversari più abbordabili
TRIESTE C’è una domanda che ricorre quasi sempre nella seconda metà di luglio: che senso ha per la Triestina affrontare squadre di serie A come test nel bel mezzo della preparazione montana? Queste partite servono agli atleti a mettere benzina nelle gambe e ad affrontare le situazioni di difficoltà sotto la pressione avversaria, all’allenatore sono utili per provare movimenti e al club per confrontarsi con organizzazioni di alto livello. E infine ai tifosi per fare delle gite, sognare, ma anche rendersi conto dei limiti dei propri beniamini. Specie per una squadra di fatto completamente rinnovata da qui al 21 agosto (Coppa Italia) serviranno 4-5 test con squadre più alla portata dell’Unione.
Detto questo il match contro la Fiorentina ha comportato disagi logistici non da poco per la comitiva alabardata che ha dovuto trasferirsi per due giorni ad oltre tre ore di strada dal quartier generale di Ravascletto. Ma c’era un impegno preso da onorare ed è stato fatto. In campo di questa Triestina si è visto pochino specie nella prima parte della gara perché la Fiorentina, oltre ad avere un tasso di qualità di ottimo livello per la serie A, è anche piuttosto avanti nella preparazione in vista dell’esordio in Conference League. Insomma con i viola che giostravano a cento all’ora questa Triestina all’inizio della preparazione non poteva fare un figurone. La gara di Moena comunque, nonostante le circostanze, ha fornito alcune utili indicazioni sulla costruzione della Triestina e dei suoi reparti.
LA TATTICA Come si era visto ad Auronzo contro la Lazio è emersa evidente la volontà di Bonatti di cominciare la costruzione dal basso. Contro il pressing della Fiorentina è stato come gettarsi contro un muro ma il tecnico fa bene a provare un’idea perché è questa la strada per cercare un’identità. Sotto questo aspetto al di là della forza dell’avversario c’è da dire che il portiere Mastrantonio, prodigioso anche per la giovane età negli interventi, è apparso non deciso negli appoggi e con un piede destro ancora molto da educare. Detto questo però la ricerca di far abbassare i mediani, svincolarsi velocemente dal pressing per innescare gli esterni potrà in futuro dare i suoi frutti. A patto che non diventi un dogma, specie quando in palio ci saranno i tre punti.
LA DIFESA Il settore messo per evidenti motivi maggiormente sotto pressione ha saputo stringere i denti specie quando il turbinio viola iniziale è diventato meno vorticoso. Sabbione ha il piglio del capitano anche se fa ancora fatica, Rocchi ha presenza e stacco aereo ma soprattutto il giovane di scuola Inter Sottini ha fisico e posizione anche se è stato agevolato dal fatto di essere entrato nella ripresa. E a sinistra ha fatto il suo dovere anche Sarzi Puttini nonostante la sventura di essere spesso puntato e saltato da un fenomeno come Gonzalez. Il giovane Ghislandi a destra ha gamba ma il fatto di dover stare molto basso non lo ha facilitato nelle progressioni.
IL CENTROCAMPO I due mediani hanno dovuto correre dietro alle giocate di tre ottimi interpreti come Bonaventura, Amrabat e Maleh. Pezzella all’esordio ha fatto vedere personalità ma non è giudicabile e assomiglia molto a Crimi che per il pubblico triestino non ha più segreti. Piuttosto sono da rivedere le prestazioni sulle due fasce di Rocchetti e Furlan con quest’ultimo che, visto il pedigree, non ha convinto. Meglio ha fatto per una frazione di gioco Felici, ultimo arrivato dal Palermo.
L’ATTACCO Visto l’andazzo del match era impossibile vedere all’opera le due punte con la Fiorentina quasi sempre a occupare la metà campo alabardata. Gomez è una garanzia specie per controllare il pallone e smistarlo con aperture fulminee e precise. Sarebbe un peccato perderlo. L’altro intreprete di giornata Alessandro Lovisa è stato adattato alle circostanze avendo le caratteristiche più di un trequartista o di una mezz’ala. E anche l’ingresso poi di De Luca è stato impalpabile.
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