La Triestina sempre più giù I playoff sono l’unico obiettivo
TRIESTE E adesso la Triestina non è più di fronte a un bivio. La squadra non ha saputo innestare qualla marcia che solo un mese le avrebbe consentito di tentare una difficile rimonta verso la prima posizione. Dopo l’inizio disastroso del 2021 non resta che salvare il blasone con un decoroso piazzamento ai play-off per poi tentare il miracolo e al tempo stesso impostare il futuro. Il segno definitivo del cambio di prospettiva è stato il match di Macerata dove è maturata la seconda sconfitta della stagione contro la matricola Matelica. Il tecnico Pillon è stato duro con la squadra nel dopo partita. Anche troppo perché quella in terra marchigiana, nonostante la sconfitta pesante, non è stata la peggior prestazione dell’Unione in questa stagione. Le esternazioni dell’allenatore sono comprensibili: doveva far cambiare passo al rendimento della squadra e finora non è riuscito in questo intento. Pensava di azzerare, come successo nelle ultime tre gare dell’anno, gli alti e bassi che sono la caratteristica del gruppo. Niente da fare. A Macerata Pillon ha provato di tutto (nell’assedio finale ha rischiato il rischiabile) ma senza riuscire a rimontare. Sul piano del temperamento anche domenica è apparso chiaro, soprattutto nel primo tempo, che questo gruppo manca di quella carica agonistica necessaria per affrontare le squadre di categoria. Un fattore che si enfatizza quando si gioca su campi pesanti (sconfitte anche a Legnago e in casa con la Samb).
L’iper criticità di Pillon verso l’atteggiamento dei giocatori ci sta ma può essere pericoloso. In fondo concentrazione, coraggio e solidità di gruppo arrivano con mesi di lavoro e soprattutto con i buoni risultati. Sul piano tecnico il match di domenica ha confermato come sia difficile superare gli ostacoli facendo i conti con tante assenze. In questo caso la tendenza a un gioco pragmatico e piuttosto conservativo poco si addice a un centrocampo con un solo vero interditore (Calvano) costretto per forza anche a dettare i tempi. Anche a causa di questo fattore le improvvise verticalizzazioni dei marchigiani hanno inciso non poco. Anche l’assenza di Capela in difesa non è uno scherzo e i rientri di Procaccio e Gomez non ancora al top hanno solo in parte bilanciato gli esiti della sfida con alcune incursioni offensive di buona fattura. Tra infortuni, il Covid oltre alle normali squalifiche, la Triestina finora ha pagato dazio. Gautieri ha pagato questo deficit con l’esonero, Pillon con la consapevolezza che la sua esperienza non si è trasformata in una bacchetta magica. Milanese ha scelto o confermato tanti over 30 e quindi potenzialmente più vulnerabili? È vero ma a dicembre nessuno degli osservatori-tifosi si era scomposto.
Comunque rivolgere il pensiero al passato serve a poco. Anzi a guardare indietro vengono solo i brividi a pensare dove era finita l’Unione prima dell’era Biasin. Pillon e la squadra si trovano a dover affrontare adesso un doppio impegno nelle condizioni ambientali peggiori. O il gruppo in campo si compatta, o le conseguenze diventeranno imprevedibili e anche spiacevoli. E poco importa se purtroppo i tifosi non ci sono sugli spalti. Loro seguono comunque la squadra e si immedesimano nell’Unione. Una stagione che costa a Biasin 5 milioni e passa (perché le entrate sono pochissime) non si può mica buttare a quattro mesi dalla fine? Cesena al Rocco e Modena al Braglia sono due partite che possono tenere la Triestina ancora in gioco per una piazza decorosa (dal quinto posto in giù) nella griglia di fine anno e anche per dare un senso sportivo al progetto che si spera possa continuare con le stesse ambizioni anche nella prossima stagione. E poi i rientri progressivi dei malati, in una stagione non certo baciata dalla fortuna, daranno una mano. Non c’è da gioire ma neppure da fasciarsi la testa. Basta essere realisti.
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