La Triestina dà battaglia legale al Comune di Monfalcone
TRIESTE. La Triestina contro il Comune di Monfalcone. Il campo di battaglia è quello dello stadio Comunale di via Boito. Ma presto si estenderà anche al Tribunale e al Tar. La Triestina si era fatta avanti per la gestione del campo, un impianto che peraltro l’ha ospitata anche nel recente passato. Ma l’Unione è stata estromessa dalla procedura. Con due contestazioni sottolineate nel verbale di gara che hanno scatenato la reazione dell’amministratore unico Mauro Milanese.
La Triestina reagisce annunciando di aver predisposto la diffida verso il Comune di Monfalcone con la richiesta di risarcimento per il danno d’immagine derivante «dal provvedimento abnorme che il Comune ha predisposto per escludere l’ Us Triestina Calcio 1918 dalla gara di appalto». Un provvedimento impugnato al Tar in quanto, rileva la società alabardata «contiene gravissime inesattezze fattuali e rivela un’istruttoria carente e faziosa».
L’ISTRUTTORIA
Ricostruiamo la vicenda. Il Comune di Monfalcone avvia la gara all’inizio di aprile. Primo giro di verifiche. Secondo round e ci scappa la vittima eccellente. Fuori causa la Triestina. A giocarsi la gestione del Comune sono rimasti solo l’Ufm e la società pura dell’Asd Aris San Polo Calcio.
Per respingere la richiesta della Triestina si fa riferimento essenzialmente a due contestazioni. La prima: non aver gestito negli ultimi anni un impianto sportivo. Alla replica alabardata relativa la concessione dello stadio Rocco a Trieste il Comune di Monfalcone avrebbe controbattuto che verifiche tecniche avrebbero ravvisato che il contratto per il Rocco non sarebbe stato stipulato «causa mancato pagamento delle rate pregresse dovute per l’utilizzo dello stadio».
La seconda constatazione è che i bilanci della Triestina nel triennio 2017-19 sono risultati in grave perdita. Va tuttavia rilevato che, a fronte di spese largamente superiori ai ricavi, il club alabardato in questi anni ha potuto comunque contare su chi ha permesso di far tornare sempre i conti: nell’ultimo triennio il presidente Mario Biasin ha versato nelle casse della società 10,2 milioni di euro. E infatti l’Unione non è mai stata in una situazione di rischio in un momento storico in cui molte società della Lega Pro a causa di difficoltà economiche sono scomparse o hanno dovuto ridimensionarsi.
LA REPLICA
Ieri la replica con ricorso alle vie legali da parte della Triestina. Con la premessa che il procedimento di aggiudicazione definitiva della gara risulta essere stato sospeso. Scrive l’Unione: «Lo studio legale Tonucci & Partners, con gli avvocati Pasquale Silvestro, Alberto Fantini e Michele Grisafi è stato già incaricato di difendere la società da un attacco sistematico e senza alcun fondamento, attacco che mina la trasparenza e la serietà della governance della Us Triestina Calcio 1918, del suo amministratore unico Mauro Milanese e del suo presidente Mario Biasin, che si è adoperato per rilanciare la Us Triestina Calcio 1918 con un piano economico sano nei conti e virtuoso dal punto di vista sportivo. A beneficio di chiarimenti la Us Triestina Calcio 1918 ha ripagato per intero i debiti della vecchia società e risulta perfettamente in regola con ogni adempimento, onere e formalità».
Il club adombra motivazioni non casuali dietro al respingimento della richiesta. E lo scrive a chiare lettere. «Forse la regia di questi attacchi è mossa da interessi diversi che non sono quelli di un corretto confronto sportivo e della dialettica amministrativa nell’ambito di un procedimento ad evidenza pubblica come quello avviato dal Comune di Monfalcone.
Con questi detrattori della Us Triestina Calcio 1918, si è disponibili a discutere attraverso i propri legali e nelle sedi opportune. Sul punto il presidente Mario Biasin tramite l’amministratore unico Mauro Milanese ha incaricato i propri legali di individuare finanche le responsabilità personali di chi ha contribuito a diffamare gravemente la Us Triestina Calcio 1918». La battaglia è solo iniziata.
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