La nuova vita di Baiguera: gestisce il Palermo
TRIESTE. Giocatore di basket, cantante, giornalista, dirigente sportivo, portavoce in politica, imprenditore.
Sul suo conto Angelo Baiguera negli anni probabilmente le ha sentite tutte ma nessuno potrà mai definirlo un personaggio monotono. L’ultima vita dell’ex play anticonformista dell’Hurlingham, dell’ex compagno di tournee insieme a Fabrizio De Andrè, dell’ex general manager della Pallacanestro Trieste e dell’ex portavoce di Riccardo Illy, lo riporta nello sport. Ma stavolta, a sorpresa, la palla a spicchi non c’entra. Calcio, addirittura. E pure in una piazza per niente facile. Palermo, dove il tifo pretende il ritorno in serie A.
Angelo Baiguera è il consigliere delegato alla gestione della società rosanera. Ruolo riconosciuto nell’organigramma. Ci arriva da uomo di fiducia di Maurizio Zamparini. «Un imprenditore geniale», esordisce.
Non ci va piano con le iperboli...
Ma ditemi come posso chiamare altrimenti uno che si è fatto da solo e partendo da un paese del Friuli ha tirato su dal niente un gruppo importante fatturando milioni. Ha ancora adesso un entusiasmo contagioso in tutto quello che fa. Si spende e...spende per riportare il Palermo in serie A.
Ma come ha fatto Zamparini a convertire un ex giocatore e dirigente di basket al calcio?
Ci siamo conosciuti nell’ambito delle attività della mia società di comunicazione. Abbiamo cominciato a lavorare insieme e si è instaurato un rapporto di stima e fiducia. Del resto, io a Palermo mi occupo prevalentemente della gestione organizzativa. Insomma, comunicazione, marketing. Per le questioni squisitamente tecniche c’è Giorgio Perinetti.
Uno che nel calcio invece ci sta da qualche decennio.
Appunto. E sa come lavorare bene. Lui è bravo a scovare i giocatori e ad allestire le squadre, io devo essere quello che determina il budget.
Insomma, ormai Palermo è la sua nuova casa.
In media una settimana la trascorro in Sicilia e l’altra a Trieste. Una spola che sto portando avanti da settimane ma che non mi stanca.
Primo giudizio sull’esperienza?
Esaltante. La squadra lotta per salire in A e c’è una città che la spinge.
Ancora un’iperbole?
Ma no. Tutto vero. E poi basta con le battute sui miei superlativi. Ragazzi, quando uno ha avuto la fortuna di cantare con Fabrizio De Andrè può a ragione definirlo straordinario e volete pure rinfacciarglielo? Nella mia vita ho avuto un privilegio: poter conoscere lungo la mia strada personaggi interessanti.
Come si fa a gestire un club come il Palermo?
Mi ha aiutato l’esperienza maturata nel basket. Ho visto società come la Stefanel che all’epoca avevano una struttura organizzativa degna di una grande società di calcio. Da dirigente ho dovuto comunque affrontare situazioni simili a quello che mi trovo a vivere ora.
Nel basket uno dei suoi riferimenti era Maurizio Gherardini, passato dalla Benetton Treviso alla Nba.
Confermo. Uno dei migliori amici nel mondo della pallacanestro. L’altro lo conoscete. Mario Ghiacci.
Attuale presidente della Pallacanestro Trieste. Un’amicizia nata in tempi un po’ migliori per lo sport alabardato.
Il problema è che a Trieste non ci sono imprenditori per investire nello sport ad alto livello. Chi lo ha fatto in passato non ha ritenuto di ripetere l’esperienza e, nei casi in cui è successo, a spingere erano in realtà le passioni di un singolo. Penso ad esempio a Gianfranco Gutty per le Generali. Un appassionato vero. Illy ha investito nel basket del dopo Stefanel. Quasi tutti gli altri sono arrivati da fuori. Lo sport a Trieste si regge in buona parte sul volontariato e sull’entusiasmo ma in queste condizioni è difficile poter arrivare ai massimi livelli.
Zamparini e la Triestina, un capitolo chiuso?
L’anno scorso si è impegnato per garantire una sponsorizzazione, un gesto di generosità. Ma è troppo assorbito dal Palermo.
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