La Lega Pro pensa di chiedere la deroga per giocare a giugno
TRIESTE La sospensione dell’attività sportiva decisa dal Coni, in attesa del decreto della Presidenza del Consiglio e del Consiglio federale odierno della Figc, fa chiarezza anche nella Lega Pro.
L’evolversi della situazione in serie C richiedeva infatti una immediata e chiara presa di posizione. Da ieri ogni club si è mosso in ordine sparso. E già questo è un elemento sufficiente a fermare l’attività. C’è chi si è allenato regolarmente, come successo fino a ieri in casa Triestina ma anche chi ha già sospeso preventivamente le sedute di allenamento. Del resto le zone del campionato più territoriale del panorama nazionale sono coinvolte in modo eterogeneo dagli effetti del virus. Nel girone B c’è già la Reggiana, dopo la postività al virus di Favalli, in isolamento fino al 13 marzo .
La Juventus under 23, dopo aver autoisolato l’intera squadra per due settimane (dopo la partita con la Pianese, società con quattro tesserati positivi) è tornata al lavoro perché «nessuno ha riscontrato i sintomi del Coronavirus». Nello stesso Piemonte invece il presidente della Pro Vercelli ha già fermato tutto e ha dichiarato che «la squadra non tornerà nè a giocare, nè ad allenarsi» fino a quando non rientrerà l’emergenza auspicando «che la Figc sospenda il campionato». Sospensione dell’attività messa in atto anche da due squadre inserite nello stesso girone della Triestina come la Fermana e la Virtus Verona del presidente-allenatore Gigi Fresco. Nel frattempo anche la gara di Piacenza, con i biancorossi impegnati nel recupero con la Sambenedettese, che doveva svolgersi oggi è stata rinviata di 24 ore. E di sospensione ha parlato anche apertamente il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli. «C’è una situazione critica soprattutto al nord Italia, che rende più difficoltosi anche gli spostamenti visto che le regioni chiedono maggior monitoraggio della situazione - ha dichiarato il presidente Ghirelli - , quindi credo nel rispetto dell’ordinanza del Governo ci sarà un blocco di quindici giorni per cercare di limitare globalmente la diffusione del virus Bisogna governare questa situazione senza schemi fissi o pregiudizi. Noi, come Lega Pro, chiederemo ovviamente di utilizzare al massimo tutto il mese di giugno, poi affronteremo anche il problema relativo alle scadenze del 16: vogliamo allentare il problema finanziario, dando respiro ai club. Non dimentichiamoci che in Serie C i presidente dei club sono proprietari di imprese, che vanno tutelate. Stiamo poi cercando, in un momento duro come questo, di alleggerire anche l’emotività delle persone, dando loro la possibilità di svago almeno telematico: il canale interattivo per la visione delle partite rientra nell’ottica di funzione sociale che svolge la Serie C. E’ una funzione delicata, chiediamo interventi non per il calcio, ma per il calcio che fa bene al paese».
In buona sostanza la Lega Pro chiederà la possibilità di prolungare il campionato di C per almeno un mese. E questo dovrebbe essere sufficiente a garantire il recupero delle giornate saltate finora e di quelle che non si giocheranno nelle prossime settimane.
Sempre che per metà aprile si possa tornare in campo grazie al ridimensionamento dell’emergenza sanitaria. E questo non è per nulla scontato e prevedibile. —
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