La Bavisela guarda lontano ma chiede aiuto

TRIESTE. Tutte le regioni italiane rappresentate, 39 nazioni estere di tutti i continenti. Con gli applausi di una rivista specializzata di Washington i cui esperti hanno dichiarato: «Abbiamo corso tutte le più grandi maratone europee e questa di Trieste, d’accordo, è più piccola. Ma uno spettacolo naturale come questo, correre sulla Costiera, e poi tutta questa gente...»
La maratona e la mezza maratona della Bavisela 2014 hanno davvero unito nello stesso serpentone umano diretto verso piazza Unità il mondo intero. E allora la decisione per il 2015 di separare i due avvenimenti, anticipando la maratona tra fine febbraio e fine marzo e lasciando la mezza abbinata alla “family”, significa un nuovo, maggiore impegno non solo per l’organizzazione ma anche sul fronte della promozione. «Fino a questo momento - spiega il presidente della Nuova Bavisela Fabio Carini - l’impegno profuso nella promozione ha dato i risultati sperati: ci siamo concentrati su alcune aree (ad esempio l’Ungheria o gli Stati Uniti all’estero, o la Lombardia tra le regioni italiane) e la risposta è stata buona, portando runner di tutte quelle aree geografiche a correre a Trieste. Ma fare promozione costa e visto che fare promozione per la Bavisela significa fare promozione per Trieste, per portare nuovi visitatori in città, nei suoi alberghi, nei suoi ristoranti, credo che un supporto da parte di PromoTrieste e di TurismoFvg sia a questo punto assolutamente necessario. Ma è un argomento con ancora troppe luci e ombre. Con le luci in TurismoFvg e le ombre in PromoTrieste...»
Continua invece ed è sempre più forte il rapporto di sinergia con Lubiana e Klagenfurt, e le rispettive maratone o mezzemaratone. «Un rapporto molto bello, che è diventato anche amicizia visto che da un punto di vista professionale siamo sulla stessa lunghezza d’onda. La formula del circuito Alpe Adria che abbiamo messo in campo funziona e funziona bene. Anche se qualcuno ancora non l’ha capito» commenta Carini con una punta di polemica.
Funziona meno invece il rapporto con le manifestazioni analoghe in regione. Meglio: funziona con la Maratonina di Udine, non esiste - e non potrebbe essere altrimenti... - con la Unesco City Marathon, la Cividale-Aquileia nata lo scorso anno e infilata in calendario praticamente alla vigilia della Bavisela. «Io rispetto tutti, anche la Unesco, ma la Bavisela è un’altra cosa. Lo dicono i numeri, lo dicono i fatti. Cosa porta la Unesco in termini di turismo? No, non si può gravare su un territorio senza portare nulla. Del resto, l’assessore regionale Torrenti - aggiunge ancora Carini - in occasione della presentazione della Bavisela ha annunciato che la Unesco sarà spostata a settembre. Vedremo...» Andando però, in questo modo, a mettersi in concorrenza con la mezza maratona di Udine, ma questo sarebbe poi un altro discorso. Sì, l’introduzione lo scorso anno, della Unesco marathon nel calendario regionale ha creato ferite non ancora rimarginate. Non è passata inosservata l’assenza della Fidal regionale domenica in piazza Unità (mentre invece c’era il Coni con il presidente regionale Giorgio Brandolin e c’era - addirittura in corsa alla mezza - la Fidal provinciale con il neo presidente Emiliano Edera): «Dicono sempre che hanno già altri impegni...» allarga le braccia Carini.
Resta però il fatto che in Italia si organizzano troppe maratone in un momento di crisi che rende sempre più difficile il reperimento di sponsor. E dire che la Federazione aveva promesso un lavoro di coordinamento nazionale proprio con l’obiettivo di mettere ordine nei calendari: «E’ vero: la torta è sempre più piccola e si vogliono avere sempre più fette. Ma chi può offrire qualcosa di più, a iniziare dalla location o anche dall’esperienza, come appunto Trieste, deve far valere la sua forza» dice ancora Carini.
E la forza della Bavisela è rappresentata anche dal proprio staff. «E’ stato eccezionale. C’è stato un momento, nella settimana di avvicinamento alla Bavisela, in cui se non ci fosse stato alla base dell’organizzazione questo gruppo solido, straordinario, avremmo anche potuto mollare. Dagli amici del direttivo all’ultimo volontario: ciascuno è stato la sua parte prezioso. Ma, lo ripeto, ormai l’organizzazione della Bavisela, dalla promozione alla gestione della gara con tutto quello che ci sta in mezzo, è cresciuto in maniera tale da essere diventato qualcosa di imponente. E allora ecco che ribadisco come sia importante che, ad esempio, gli enti preposti alla promozione del territorio ci diano una mano concreta, altrimenti credo che potremmo pensare in futuro a organizzare ancora la Bavisela del 2015 ma senza avere assolutamente la possibilità di guardare più lontano».
@GuidoBarella
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo