Juve, primo giorno di Allegri: «Obiettivo Champions»

Il nuovo tecnico: «Questa occasione per me è un grande onore. Favoriti in Italia, puntiamo a essere tra le prime otto in Europa». Ma i tifosi contestano la società
Foto Daniele Badolato / LaPresse.16 07 2014 Torino (Italia).Sport Calcio.ESCLUSIVA JUVENTUS.Il nuovo allenatore della Juventus Massimiliano Allegri allo Juventus Stadium.Nella foto: Massimiliano Allegri..Photo Daniele Badolato / LaPresse.16 07 2014 Turin (Italy).Sport Soccer.Juventus new coach Massimiliano Allegri at Juventus Stadium.In the picture: Massimiliano Allegri
Foto Daniele Badolato / LaPresse.16 07 2014 Torino (Italia).Sport Calcio.ESCLUSIVA JUVENTUS.Il nuovo allenatore della Juventus Massimiliano Allegri allo Juventus Stadium.Nella foto: Massimiliano Allegri..Photo Daniele Badolato / LaPresse.16 07 2014 Turin (Italy).Sport Soccer.Juventus new coach Massimiliano Allegri at Juventus Stadium.In the picture: Massimiliano Allegri

TORINO. Il primo giorno in bianconero di Massimiliano Allegri è stato molto, molto caldo. Fin dal primo momento nel suo nuovo ruolo l'ex allenatore del Milan e da oggi allenatore della Juventus ha capito di essere arrivato in una città, e in una società, calcisticamente diversa dalle altre.

A Torino, e alla Juventus, la vittoria non è un'opzione, nè un obbiettivo. È un obbligo. Così, mentre lui allo Juventus Stadium si offriva alla prima conferenza dell'anno, a Vinovo già si radunavano circa 300 tifosi pronti a manifestargli a modo loro tutto il loro scetticismo, mentre fin dal mattino il web veniva inondato da messaggi critici nei confronti suoi e della Juventus.

Quando poi nel pomeriggio Allegri ha varcato i cancelli di Vinovo con Marotta non sono mancati slogan violenti e momenti di tensione. Per placare gli animi è stato necessario che Ad e nuovo tecnico incontrassero una delegazione di ultras. «È normale che sia così, capisco la reazione» ha detto Allegri. Un'accoglienza scettica la dava per scontata. Subentrare da un giorno all'altro a uno come Antonio Conte non è facile da tutti i punti di vista. «Per me è un onore - ha esordito il tecnico -. Quando ieri mi hanno chiamato è stato come un fulmine a ciel sereno. So di avere un'eredità non facile da gestire. Ma mi ritengo fortunato. Prima il Milan, ora la Juventus. Non è da tutti. Capisco lo scetticismo dei tifosi, soprattutto quando l' allenatore cambia in un giorno. L'unica risposta che posso dare per riconquistarli è questa: risultati, lavoro, rispetto e professionalità». Allegri, 47 anni e un passato da vincente in tutte le categorie in cui ha allenato, dall'Aviglianese in C2 fino allo scudetto col Milan, sa che alla Juventus è obbligato a vincere. È l'unico modo per placare la piazza.

«Di certo, dopo tre scudetti di fila, è normale che in Italia la Juve parta come favorita. Nello stesso tempo è un dovere fare una grande Champions: la Juve deve essere tra le prime otto in Europa».

Buoni auspici più che granitiche certezze, tanto più se si pensa che Antonio Conte e Juventus hanno divorziato anche e soprattutto per le divergenze sulla campagna acquisti. Allegri sa che la Juventus ha puntato su certi giocatori (Evra e Morata su tutti, mentre è saltata l'acquisizione di Iturbe). Ed è consapevole che, firmando il contratto che lo lega per due anni alla Juve, si è impegnato a riconoscere questo dato: «La società ha una strategia oculata per rendere la squadra più competitiva».

Tradotto: so che la Juve non farà mai follie di mercato. «È vero che in Europa i grandi club hanno budget diversi - ha detto -. Ma l'esempio lo dà l'Atletico Madrid. Per questo dico che si deve fare una grande Champions». È un obbligo. Quelle che agli occhi di Antonio Conte erano debolezze, per Massimiliano Allegri 'devonò diventare punti di forza. Poco importa se Iturbe non arriverà, o se Vidal di fronte ad un'offerta irrinunciabile dovesse partire. «La Juve ha tradizione, forza e capacità tali da poter puntare al quarto scudetto e a un'ottima Champions. Sono qui per dare il mio contributo» ha detto Allegri. E Pirlo? «È un problema che non sussiste. Con Andrea ho un ottimo rapporto. Mai messo in dubbio le sue qualità. Sono fortunato a ritrovarlo». Quindi la chiosa finale, già in perfetto stile Juve: «Nel dna della Juventus non esiste la parola 'appagamentò. Come diceva l'Avvocato Agnelli, la prossima vittoria è sempre la più bella».

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