Irma Testa, ospite di lusso al Trofeo Fogliano Boxe

L’azzurra reduce dalle Olimpiadi: «A 18 anni ho già raggiunto traguardi insperati»

MONFALCONE. Se a poco più di 18 anni è già uscita la tua autobiografia, allora non sei un'atleta qualunque. Se ne è accorto anche Franco Visintin, il maestro della Planet Fighters che è riuscito ad averla per il Trofeo Fogliano Boxe: «Dodici incontri con alcuni tra i migliori pugili italiani impegnati, e tutti mi chiedevano di Irma Testa. Ma è vero che c'è? Combatte a Fogliano?».

Sì, tutto vero. C'era, e naturalmente ha vinto (contro la friulana Righini). Del resto, ne ha quasi l'obbligo, perché lei, la Farfalla di Torre Annunziata, classe 1997, non è semplicemente una campionessa, atleta olimpica a Rio de Janeiro, è in pratica la boxe femminile italiana, uscita dall'oblio proprio grazie ai suoi pugni. «È un piacere e un onore esserlo, dare lustro e notorietà alla nostra disciplina - racconta la boxeur delle Fiamme Oro - non è una semplice questione di vittorie e di risultati, è l'immagine che voglio dare. È il coraggio di gridare al mondo che anche nella boxe le donne possono esprimere gli stessi valori degli uomini: dimostrare la stessa grinta, dare spettacolo su un ring».

A Fogliano, per dire, è salito sul ring anche Manuel Cappai, altro atleta reduce da Rio, ma anche lui è passato in secondo piano. Nessuna invidia o gelosia, però, per l'attenzione mediatica a lei dedicata, tra i colleghi maschi, cosa che potrebbe anche essere umanamente comprensibile per uno sport di combattimento. «No, anzi sono fortunata - sorride Irma - sono coccolata da tutti. Mi tengono d'occhio e si assicurano che faccia tutte le cose giuste per la mia carriera». Una carriera che ha già conosciuto il suo punto più alto, verrebbe da dire: di superiore alla partecipazione olimpica, c'è solo una medaglia olimpica. A Rio è sfumata, tra le polemiche, ai quarti di finale (la semifinale dava già la certezza della medaglia), fermata solo dalla futura campionessa, la francese Mossely.

A distanza di un paio di mesi, restano i ricordi piacevoli. «Se penso che ho raggiunto a 18 anni un traguardo che altri sperano di raggiungere a 30 non posso che essere soddisfatta. Il premio per quattro anni di duro lavoro con la nazionale e la mia squadra, la interpreto come un'esperienza formativa che mi aiuterà a non commettere più gli stessi errori da qui in avanti».

E magari a dare alle stampe, tra qualche anno, una ristampa aggiornata di "Cuore di pugile", un libro nel quale «si possono trovare consigli e nozioni per uscire da una vita difficile come la mia. Nelle librerie sta andando bene».

Anche per la presenza di Irma Testa la riunione di Fogliano ha avuto ampio successo, di pubblico e di spettacolo. La selezione Fiamme Oro-Esercito ha vinto tutti i match come da pronostico, ma la Planet Fighters ha reso dura la vita ai più titolati avversari, con prestazioni sontuose (Santacroce, Grusovin, Kushtrim, che almeno il pari lo avrebbero meritato) e sfortunate (Tralo, fermato per infortunio).

L'incasso della manifestazione è stato devoluto a "Settembre in vita", associazione benefica composta da personale dell'Arma dei Carabinieri in servizio a Gorizia che sostiene cure e prevenzione per i pazienti oncologici.

Michele Neri

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