In quattromila a dire grazie alle leggende

Quanti sentimenti nella sfida tra i miti biancorossi e isontini. La stessa passione dei vecchi derby e qualche siparietto
Foto BRUNI 24.02.2019 Basket Old Star Game-Trieste e Gorizia all'Allianz Dome
Foto BRUNI 24.02.2019 Basket Old Star Game-Trieste e Gorizia all'Allianz Dome

Trieste-Gorizia, il derby dei ricordi in campo all'Allianz Dome

TRIESTE Oltre quattromila grazie. Sono quelli dell’Allianz Dome ai protagonisti dell’Old Star Game in un derby tra Trieste e Gorizia sul filo dei ricordi e dei sentimenti. Grazie per i successi che hanno conquistato sul parquet ieri, grazie per aver riacceso adesso un pomeriggio di febbraio realizzando quella che doveva essere e si è confermata una festa del basket. Uno spot per uno sport dove si riesce ancora a sorridere, a non prendersi troppo sul serio, a spingersi oltre i propri limiti che, inevitabilmente come ammonisce la carta d’identità, sono meno estremi di qualche annetto fa. Ma, in fondo, chissenefrega se qualche profilo si è arrotondato, fare su e giù per il campo a qualcuno fa venire il fiatone o quel piazzato che una volta da quell’angolo lì lo mettevi a occhi chiusi adesso beffardamente arriva appena al ferro.

Basket, Trieste e Gorizia in azione per la Old Star Game


Quella che l’illuminato Carletto Fabbricatore definisce “Land of Basketball” unendo Trieste e Gorizia eccola qua. Presente. Piena di storie da rivivere e raccontare. Come Rich Laurel che per non sciupare la sorpresa Pondexter dall’altra parte non si fa vedere nel riscaldamento ma appena presentano la squadra con in testa la fascetta d’ordinanza è pronto a dare spettacolo e a battibeccaree bonariamente in panchina con Franco Pozzecco. Sorrisi.

E commozione. Bortolot indossa la maglia numero 12, in ricordo di Massimo Agostinis. Gino Meneghel, mitico capitano dell’Hurlingham, entra nel quintetto iniziale con Pilutti, Middleton, Fucka e Cantarello. Un riconoscimento a un monumento perchè Boscia Tanjevic è uomo burbero di facciata ma con cuore da misurare a ettari. E intenerisce anche Dejan Bodiroga, in borghese ma arrivato comunque a Trieste per esserci, e accompagnare il suo maestro che, in anni pesanti come quelli della guerra nell’ex Jugoslavia, lo prese sotto la sua ala e gli insegnò a volare in cima all’Europa. Bodiroga, Pilutti e Middleton scortano con rispetto Tanjevic a centrocampo durante la presentazione.

In una giornata così saltano tutti gli schemi e non solo quelli tecnici. Trieste, ad esempio, ha preparato poco o nulla. Qualche raccomandazione e spazio all’inventiva e alla voglia di divertirsi. Qualcuno se l’è presa comoda ma c’è anche chi come Mauro Bonino, lontano da occhi indiscreti nella sua Gorizia, si è allenato per benino.

Laezza per la prima volta gioca davanti ai suoi ragazzini della Società Ginnastica Triestina. «Però, il maestro Nello...» e un giorno scopriranno che con il maestro Nello in campo Trieste venne promossa in serie A1. Intanto Laezza con Pecile (tre triple nel terzo quarto) è l’artefice dell’allungo vincente di Trieste.

Saltano gli schemi e salta anche la numerazione. Nella storia della Pallacanestro Trieste ci sono stati due grandi numeri 7 e come si fa a fare torto a uno togliendogli la gioia di indossare la “sua” maglia? Alberto Tonut e Gregor Fucka vestono entrambi il 7, che tanto di confonderli non c’è pericolo... —


 

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